Il prezzo base era fissato a 831.204,89 euro, ma nessuno si è presentato per acquistare il Mulino delle pile, nella campagna di Chiusdino (Siena). Le pile erano i recipienti di pietra che, grazie alla ruota idraulica, battevano sui panni per lucidare i tessuti tramite la sodatura.
È un edificio scolpito nella memoria degli italiani a partire da un fortunato spot del 1989, firmato da Armando Testa, in cui si reclamizzavano i prodotti del Mulino Bianco (Barilla). L’intento di chi inventò la pubblicità era quello di evocare la vita sana (e felice) di una volta, legata ad atmosfere contadine, o comunque di vita in campagna, senza stress, con la famiglia felice che, insieme, fa colazione al mattino. Ne nacque anche un modo di dire, la “famiglia da Mulino bianco”.
Il mulino è diventato, negli anni, una vera e propria meta turistica, con migliaia di persone che lo visitano e si scattano foto. L’edificio, dunque, ha un valore intrinseco interessante, legato anche all’immagine. Per diversi anni (e fino al 2018) ha ospitato un albergo e un ristorante. La struttura ricettiva è formata da tre edifici principali a due e tre piani, circondato da giardini con tanto di piscina, campo da tennis e bocciodromo, più il parcheggio. Sessantatre camere con bagno, c’è anche una foresteria con 134 posti letto, un bar ed un ristorante in grado di accogliere 120 commensali. In più alcune zone espositive conservano gli strumenti necessari alla produzione di energia elettrica grazie al mulino e le macine per la lavorazione dei cereali. Lo stato dell’immobile è tutto sommato buono, anche se occorrono alcuni lavori. Non lontano da qui c’è la mitica abbazia di San Galgano con la famosa spada conficcata nella roccia.
L’asta dello scorso 1 ottobre all’Istituto vendite giudiziarie di Siena è andata deserta. Se ne riparlerà il prossimo 8 febbraio, con un prezzo ribassato.
Contrariamente a quanto si possa pensare il “mulino bianco” non più è bianco ma color ocra e mattone, come la maggior parte degli edifici presenti nella campagna toscana.
Lo spot che rese celebre il Mulino bianco
Foto: Mulinobianco.it (in alto)