Guerra di carte bollate, in Toscana, per l’apertura di un nuovo fast food della nota catena McDonald’s. Il problema è la “location” e a litigare, stavolta, sono due comuni, quello di Barberino Tavarnelle (Firenze) e quello di Poggibonsi (Siena). Siamo nel Chianti, terra di vino e di tanti cibi prelibati. A qualcuno è venuto in mente di lanciare una “fatwa” contro un McDrive, la variante McDonald’s dove si può ordinare e ci si può sfamare restando seduti sulla propria auto. “Lì non lo potete fare”, ha detto il sindaco di Poggibonsi, David Bussagli. Non gli va giù che il vicino comune di Barberino Tavarnelle abbia dato i permessi alla costruzione del fast food proprio al confine tra i due piccoli territori. Sembra una guerra di campanile ma dietro c’è qualcosa di più. Come scrive Repubblica Bussagli si è rivolto al collega di Barberino, David Baroncelli, per chiedergli quale sia l’interesse generale che giustifica questa opera in un’area ritenuta “già compromessa”.
Liti di questo genere non sono nuove in Toscana, ma fino ad ora l’apertura di un McDonald’s aveva fatto drizzare le orecchie solo quando c’erano di mezzo i centri storici, specie nelle città d’arte. Qui siamo in provincia, non in mezzo a vigneti o oliveti ma in una zona già urbanizzata, con diverse altre attività commerciali, quindi dove sta il problema?
Barberino Tavarnelle non ci pensa a fare marcia indietro e intende andare avanti con l’iter urbanistico previsto per la costruzione del fast food. Poggibonsi però alza il tiro: “Poche sono le zone ancora non urbanizzate che assumono una funzione importantissima di connessione ecologica e disconnessione paesaggistica – argomenta il sindaco Bussagli -. È il tempo in cui si contrasta il consumo di suolo, l’urbanizzazione di ogni spazio. È il tempo della sostenibilità ambientale, del rispetto delle generazioni che verranno, che hanno il diritto di poter vivere in uno spazio vivo. Noi siamo contrari, fortemente contrari alle scelte di Barberino Tavarnelle e a questa in modo particolare. Lo abbiamo detto nei modi formali e informali possibili. Ogni volta parole di apparente comprensione. I fatti tuttavia raccontano altro. L’ultima nostra comunicazione ha anche formalizzato criticità in ordine alla viabilità. Ci rispondono con uno studio commissionato dal privato in cui sembra tutto risolto. Ma non è la viabilità il fatto più rilevante. È rilevante la visione urbanistica che si ha e che si deve tradurre in atti”.
È un tema molto interessante. Però, dovendo tener conto prima di tutto delle regole, ci chiediamo dove sia l’impedimento. Un territorio, che per stessa ammissione del sindaco di Poggibonsi è già (in parte) compromesso, sarebbe definitivamente rovinato da un McDonald’s? Non è che siamo di fronti a una battaglia ideologica che vede il fast food come un simbolo di un fantomatico nemico da tenere lontano dalle proprie terre? Vogliamo andare a vedere tutte le altre attività commerciali (e non) che sono state aperte in quelle zone negli ultimi decenni? Vogliamo soffermarci un po’, visto che si parla di consumo di spazio e urbanizzazione di ogni spazio, anche sui capannoni che sono spuntati come funghi nel verde territorio di Poggibonsi? Il problema esiste, inutile fare finta di nulla. Ma prendersela con un fast food – e non con tutto il resto – sarebbe sbagliato.
Sig. Sacchelli qualcuno ha messo un coacervo pubblicitario nell’articolo…
Intende dire che ci hanno pagato per scriverlo? Se è così si sbaglia di grosso.
Penso che sia il Comune dove dovrebbe crescere il McDrive a decidere.