Toccherà a Daniele Bennati il compito di guidare la Nazionale azzurra maschile del ciclismo. Quarantuno anni, nativo di Arezzo, è stato professionista dal 2002 al 2019 guadagnandosi il soprannome di “Pantera”. Bennati prende il posto di Davide Cassani, che ha lasciato la guida della nazionale dopo le Olimpiadi di Tokyo e i Mondiali nelle Fiandre.
“Non nascondo che fare il ct della Nazionale è sempre stata una mia grande aspirazione – dice il neo ct -. Non pensavo e non credevo di rientrare nei piani del nuovo corso. Sono estremamente contento ed orgoglioso. Il ruolo di ct è di grande responsabilità ci si attende molto perché se anche sono arrivati negli anni passati tanti risultati, da troppo tempo manca il campionato mondiale. Non ho la bacchetta magica, ma farò di tutto per colmare questo buco”.
“Ho smesso da poco – prosegue – conosco per questo bene l’ambiente. Accanto a me ho persone di grande esperienza come Velo e Scirea. Con loro sono certo si potrà fare bene. Sarà importante mantenere i contatti e collaborare con tutti i tecnici, in particolare con quelli delle categorie inferiori. Non vedo l’ora di cominciare questa nuova avventura già dalla settimana prossima. La maglia azzurra va meritata e onorata. Posso assicurare che i nostri atleti, quando saranno chiamati, l’avranno meritata. Qual è il vantaggio di aver corso insieme a tanti corridori? Il modo di correre in questi anni è cambiato ed è più facile per me che ho appena smesso. Svantaggi? Non saprei, certo con alcuni sono amico, ma non credo che questo possa influire sulle scelte. Bisogna scegliere le due cose: amicizia e aspetto tecnico”.
“Mi ispiro a Ballerini”
“In questi anni i risultati sono arrivati – ha aggiunto Bennati – anche se il Mondiale manca dal 2008. Non ho la bacchetta magica, ma sono qui per fare del mio meglio per riportare la maglia iridata in Italia”, ha aggiunto il neo ct, che ha detto di ispirarsi a Ballerini: “Quale insegnamento mi porto dietro? Franco bastava guardarlo, aveva un carisma molto particolare e il fatto che tanti mi accostano a lui mi rende molto orgoglioso. È una grande responsabilità, non sono Franco Ballerini, sono molto più piccolo, ma già pensare di poterlo emulare per me è molto importante”.
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