Nel piazzale della cipressetta di Santa Lucia, periferia nord di Prato, è stata inaugurata la statua in bronzo che raffigura l’indimenticato Paolo Rossi. Non distante c’è il campo sportivo intitolato a Vittorio Rossi, padre di Paolo) dove Pablito a soli cinque anni indossò per la prima volta la maglia della squadra di calcio del Santa Lucia. Iniziò proprio lì, su quel campetto, una carriera straordinaria che avrebbe regalato tanta gioia ed emozioni a milioni di italiani. Tra questi anche Elisa Morucci, l’artista fiorentina che, dopo la scomparsa del campione, decise di dedicargli una scultura. In poco tempo quell’idea si è trasformata in un’impresa artistica, resa possibile grazie al sostegno del Comune di Prato e della Pro loco di Santa Lucia.
“Noi volevamo iniziare a celebrare Paolo Rossi – ha detto il sindaco di Prato Matteo Biffoni – magari dedicandogli uno spazio pubblico. Ma una suggestione c’era: partire proprio da qui, da Santa Lucia, da casa sua. E ci siamo riusciti. Tenevamo molto a quest’opera che è solo la prima di una serie di tappe di ricordi che qui a Prato tributeremo al campione”.
“Paolo è patrimonio del mondo e figlio della nostra città – ha aggiunto il primo cittadino di Prato -. Grazie alla Pro loco di Santa Lucia, al sostegno di Consiag e a tutta la famiglia di Paolo la nostra comunità lo ricorderà per sempre, uomo e campione proprio a Santa Lucia, con l’opera di Elisa Morucci, inaugurata oggi davanti a tanti amici di Paolo, ai suoi familiari Federica, Alessandro, Rossano, ai campioni del mondo suoi amici Giancarlo e Giovanni e al presidente della Figc Gabriele Gravina. Perché Paolo era un campione straordinario conosciuto in tutto il mondo ma la sua grandezza era essere anche un esempio di garbo, gentilezza, educazione”.
Ripensandoci è davvero molto bello che il doveroso ricordo di Pablito sia partito proprio dal luogo dove nacque tutto.
“Si è avviato un percorso per ricordare Rossi – ha aggiunto il presidente della Figc Gabriele Gravina – sia come uomo, sia come atleta, esempio per le giovani generazioni. E poi mi piacerebbe, anche se non ne ho i poteri, poter intitolare lo Stadio Olimpico di Roma proprio a Paolo Rossi”.
“La cosa veramente interessante nel lavorare alla scultura in memoria di Paolo – ha detto l’artista a Elisa Morucci – è stata la ricerca di una chiave che potesse testimoniare non soltanto l’aspetto ‘eroico’ dello sportivo, legato a forza, volontà, sacrificio, lealtà, ma anche l’umanità semplice. Non ho voluto rendere astratti questi aspetti, ma al contrario indagarli e farli emergere tutti, attraverso una stratificazione espressiva, che voleva rendere omaggio all’essere umano. Sono felice che le due dimensioni si siano incontrate, proprio nel celebrare Paolo. La mia è una gioia reale, che oggi è bello condividere insieme”.
Foto in alto: Sky Sport