Il 76enne Rehinard Doring Falkenberg, arrestato lo scorso 22 settembre a Forte dei Marmi (Lucca) con l’accusa di essere stato uno dei torturatori del regime di Pinochet in Cile, considerato uno dei cileni più pericolosi al mondo tra i ricercati dall’Interpol, è tornato a casa sua, in Germania, da uomo libero. Il motivo? Come spiega l’avvocato Benedetta Bisaccioni “sono scaduti i termini della misura cautelare che per gli ultimi tre giorni era quella dell’obbligo di firma, avendo accolto la Corte di Appello l’istanza della difesa di modifica della misura cautelare detentiva in carcere, in quanto la detenzione era incompatibile con lo stato psico-fisico del signor Doring”.
Nel provvedimento del tribunale era scritto nero su bianco che se non fosse arrivata la richiesta di estradizione entro il 22 novembre, la misura cautelare avrebbe perso efficacia e l’uomo sarebbe tornato in libertà. Lunedì scorso Falkenberg ha potuto tornare in Germania.
Residente a Gronau, Renania settentrionale, Falkenberg era arrivato in Versilia con un pullman di turisti tedeschi pensionati. Quando aveva consegnato i documenti alla reception dell’hotel era scattato l’alert e la segnalazione alle forze dell’ordine. Gli agenti di polizia di Forte dei Marmi erano andati ad arrestarlo, visto che sue spalle pesa una condanna definitiva per il sequestro e la sparizione di studenti e militanti che si opponevano alla dittatura negli anni Settanta, tra cui il fotografo italo cileno Juan Maino.
Falkenberg era scappato dal Cile nel 2005, mentre era si stava svolgendo il processo per crimini contro l’umanità per essere stato uno dei capi di “Colonia Dignidad”, a 350 km a sud di Santiago che, durante il regime di Pinochet, era stata trasformata in un centro di detenzione per oppositori cileni, arrestati e fatti sparire.