Il 27 settembre 2020 Roberto Checcucci fu trovato morto sull’argine del fiume Arno a Castelfranco di Sotto (Pisa). Per quell’omicidio oggi è stato condannato a sedici anni di carcere Luigi Cascino, 55 anni, di Firenze, finito in manette due mesi dopo il crimine. Il pm per lui aveva chiesto l’ergastolo ma la corte di assise di Pisa non ha considerato le aggravanti.
Il movente
Per quale motivo Cascino tolse la vita a Checcucci? Il Grave fatto di sangue sarebbe avvenuto dopo lunghi e mai superati dissapori tra i due, vicini di casa, che avevano coinvolto le rispettive famiglie. Secondo il pm ci sarebbe stata la premeditazione ma il giudice ha deciso in altro modo. L’omicida ha anche ottenuto uno sconto di pena, previsto dalla legge per il rito abbreviato.
Come si è arrivati a Cascino
Dopo due mesi di serrate indagini la polizia iscrisse il nome di Luigi Cascino nel registro degli indagati. Decisivo fu il ritrovamento di tracce di dna sul luogo del delitto, e alcune immagini immortalate dalle telecamere di sorveglianza della zona. Dopo una settimana circa dal delitto un uomo raccontò alle forze dell’ordine di aver visto una persona accovacciata su un uomo. Era distante circa 50 metri, quindi non in grado di riconoscerlo, visto una persona accovacciata su un uomo“. Sfortunatamente l’uomo ha visto la scena da lontano, forse la fase ultima del delitto. Ma andiamo con ordine. Domenica 27 settembre, il testimone (un pensionato) è con la sua auto vicino a una strada sterrata. Da 50 metri di distanza nota una persona accovacciata su un uomo. Ai carabinieri dichiara di pensare che si trattasse di due tossici. Lui deve incontrare una persona per la vendita di un trattore e quindi si reca nel posto stabilito.