– Ilaria Clara Urciuoli –
Sono passati oltre quattro secoli da quegli ultimi anni del Cinquecento eppure sembra di sentire, racchiuso ancora tra le mura del Terrazzo delle Carte geografiche degli Uffizi, l’orgoglio di Ferdinando de’ Medici che, tornando nella sua Firenze per appropriarsi del titolo di Granduca, fa realizzare in questa sala due grandi dipinti murali che mostrino l’ampiezza del suo territorio, diviso in “Vecchi domini dello Stato fiorentino” e nei nuovi, corrispondenti alle terre di Siena da poco annesse, dipinti che cantino la ricchezza e il valore di ogni città e borgo attraverso l’oro usato per scrivere la toponomastica.
E sembra ancora di vederlo mentre introduce i suoi ospiti in quello che nel progetto vasariano doveva essere un terrazzo ma che fu chiuso pur lasciandone l’originale nome: gonfio il petto, fiero della meravigliosa vista che si gode dalle finestre – da Santa Croce a Piazzale Michelangelo – e della bellezza di quei lavori che decorano le pareti. Scienza ed arte unite, cartografia e pittura specchio l’una dell’altra, per celebrare l’estensione dei domini dopo la battaglia vinta contro i senesi. E così dal lavoro di Stefano Bonsignori, che mappò il territorio e lo ridusse di circa 30.000 volte, Ludovico Buti realizzò queste carte che da oggi possiamo tornare ad ammirare, dopo venti anni di chiusura della sala.
L’ambiente, oggetto di un restauro complessivo, riacquista la sua bellezza, quella stessa che colpì Dario Argento che scelse questa sala per girare la scena de La sindrome di Stendhal (del 1996) in cui la protagonista perde i sensi.
Il lavoro di restauro, durato oltre due anni, è stato realizzato grazie alla coordinazione di Gallerie ed Opificio delle Pietre Dure di Firenze ed al coinvolgimento di circa 50 specialisti che si sono dovuti confrontare in un primo momento con il ripristino dei colori e della leggibilità delle scritte in oro delle carte murali e dei nove dipinti allegorici che ornano il soffitto, successivamente con i dipinti su tavola che infiltrazioni d’acqua dal tetto avevano danneggiato e infine con la pavimentazione in cotto fatto a mano. Un lavoro importante, dunque, che è costato complessivamente oltre 700mila euro e che è stato realizzato anche grazie al supporto di Friends of the Uffizi Galleries che ha finanziato circa due terzi del restauro.
Ilaria Clara Urciuoli