Nel calcio le bandiere non esistono più. Primo luogo comune. I soldi (e i bilanci) prima di tutto. Secondo luogo comune. La storia della vendita di Dusan Vlahovic alla Juventus non aggiunge nulla di nuovo a una realtà che conosciamo ormai da trent’anni. Che c’è di nuovo? Nulla. Il primo campione che la Fiorentina cedette agli odiati “gobbi” bianconeri fu Roberto Baggio, scatenando una rivolta civile. Poi ce ne sono stati altri. Basti pensare a Chiellini, Chiesa e Bernardeschi. Il club viola, dai Pontello in avanti, ha sempre ricavato belle somme dalla vendita dei propri giocatori alla Juve. E non c’è da stupirsi troppo, gli affari sono affari. Certo, il bomber viola era stimato e apprezzato anche altrove, non solo in Italia, specie in Premier League. Ma evidentemente la Juventus esercita ancora un forte appeal.
La Juventus del resto ha offerto 75 milioni di euro, bonus compresi: una cifra irrinunciabile, specie tenuto conto del rischio di veder andar via il giocatore a parametro zero alla fine del 2023, alla scadenza del contratto che lo legava alla viola. L’attaccante serbo percepirà uno stipendio quadriennale da 7 milioni netti, mentre 10 milioni la Juve dovrà pagarli ai procuratori del giocatore. Insomma, un investimento economico davvero importante per i bianconeri.
Con la maglia viola Vlahovic ha giocato 98 partite segnando 44 reti. In Nazionale ha fatto 7 gol disputando 14 gare. Il gol ce l’ha nel sangue. Anche se per un periodo con la maglia viola ha faticato, e non poco. È stato un certo Cesare Prandelli a credere sempre in lui, aiutandolo a crescere e ad affermarsi come bomber affidabile, che segna e gioca anche per la squadra, come il calcio moderno richiede oggi agli attaccanti.
I tifosi viola, sentitisi traditi, hanno reagito male insultando Vlahovic: “Il rispetto non si conquista con i goal. Vlahovic gobbo di m…”, si leggeva su uno striscione. Su un altro: “Vlahovic zingaro di m…”. Sono frasi davvero brutte e stupide. Ma, si sa, la rabbia dei tifosi spesso trascende nella stupidità più assoluta. L’addio del giocatore alla Fiorentina ha fruttato bei soldi alla società viola, che potranno essere reinvestiti… è sempre il solito discorso, come diceva Romeo Anconetani senza “lilleri un si lallera”. I soldi nel calcio giocano un ruolo decisivo, inutile nascondersi dietro un dito. I gol di Vlahovic mancheranno alla Fiorentina. Ma magari, chi può dirlo, arriveranno i gol di un nuovo bomber, ancora da scoprire (o da lanciare). Il calcio è così, le cose cambiano velocemente. L’importante è non perdere mai la testa. Ai tifosi una sola domanda, a bruciapelo: meglio venderlo a 75 milioni o farlo andare via a zero? La risposta è scontata.
Foto: Lapresse (ilGiornale.it)
in scadenza 2023, i regolamenti sono cambiati ma si può anche rimediare, il giocatore deve rimanere integrato in prima squadra allenarsi con la stessa, poi i regolamenti mica possono impedire all’allenatore di metterlo in panchina ,giocare 3 minuti, andare qualche volta in tribuna ,poi vediamo in che condizione andtà alla Juventus, lo ripeto non occorrono prove di forza alla Lo Tito e è andare a sbatterci il muso, basta un po di fantasia . che Firenze deve imporre a Comisso, se non vuole gare la fine del presidente del Borgorosso