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Con “IoNoi” Paolo Vallesi festeggia 30 anni di carriera

- Cultura, Interviste
28 Aprile 2022

Barbara Cialdi

Paolo Vallesi torna ad esibirsi dal vivo con un doppio album nuovo di zecca e con tanta voglia di fare musica. “IO” è composto da 10 nuovi brani inediti ed esce a distanza di cinque anni dal precedente, “Un filo senza fine”. È un lavoro impegnativo che rappresenta il momento odierno del cantautore fiorentino, fatto di sonorità attuali, ma che resta fedele all’entusiasmo delle produzioni degli anni novanta per accompagnare l’ascoltatore durante un lungo viaggio. Le canzoni sono state interamente scritte da Vallesi, alcune in collaborazione con il suo team, tra cui Beppe Dati (Raf, Mia Martini, Guccini, Pausini), e prodotte dallo stesso artista insieme a Pio Stefanini. Due i brani scritti in collaborazione: “Bentornato”, con Amara e Simone Cristicchi; e “Meglio di niente”, con Pierdavide Carone. L’album contiene anche “”Canzone d’amore”, il singolo uscito ad inizio anno.

“NOI” contiene i successi di Paolo riarrangiati per l’occasione e interpretati in duetto con alcuni dei più grandi artisti italiani: Gianni Morandi, Enrico Ruggeri, Marco Masini, Gigi D’Alessio, Danti, Dolcenera, Amara, I Legno, e Leonardo Pieraccioni che interpreta invece un inedito. Abbiamo intervistato Vallesi poco prima del suo debutto milanese: un rientro pieno di entusiasmo ed ottimismo.

Ci racconta questo ambizioso progetto?

“Un progetto complesso, il più complicato e lungo progetto che io abbia affrontato in questi trent’anni di carriera. Ho deciso di fare uscire due album nello stesso giorno, esattamente il 25 marzo scorso. Un percorso impegnativo che è durato due anni”.

La partenza dei live inizia da Milano al Blue Note. Ci saranno altre date?

“Siamo partiti fissando le prime tre date durante le restrizioni COVID; pertanto, non avevamo ancora idea precisa su ulteriori luoghi. Abbiamo scelto Milano (27 aprile), Roma (5 maggio Largo Venue) e Firenze (24 maggio Teatro Puccini), queste le prime date per iniziare ma proseguiremo in lungo ed in largo in tutta Italia”.

Ruolo determinante di questo suo nuovo progetto sono le collaborazioni con altri artisti. Com’è andata la scelta?

“Queste collaborazioni hanno una prerogativa: non sono stati accordi commerciali, ma persone che io ho contattato personalmente e telefonicamente. A livello umano sono stato soddisfatto: ho ricevuto una spontanea approvazione ed un apporto “disinteressato”. Artisti che mi hanno detto di Sì solo per il gusto di cantare insieme, sulla basta di stima reciproca. Non è una produzione discografica organizzata a tavolino ma un desiderio di collaborazione basato sul piacere di fare musica, con Morandi, Ruggeri o D’Alessio ed altri in modo del tutto amichevole. Per questo i tempi di realizzazione si sono allungati: non c’erano accordi discografici e abbiamo lavorato solo per amicizia. Ho cercato di avvicinarmi ad ognuno di loro, come Legno ad esempio, creando suoni che rispecchiasse il suo modo di essere. Con Marco Masini ho cercato di ricreare atmosfere “fiorentine” con pianoforti ed archi, tipici del suo mood”.

In questi trent’anni di carriera che consigli si sente di dare alle nuovi generazioni che intendono fare questo lavoro?

“La verità che ho capito in questi trent’anni di carriera è che ho sperimentato alti e bassi, momenti di grande successo e momenti di anonimato. La mia strada ha subito battute d’arresto e picchi di popolarità ma il mio pensiero in ogni situazione è sempre lo stesso: la musica la si fa solo se ti fa star bene. L’approccio alla musica non deve essere finalizzato al successo o al denaro ma semplicemente perché cantare, scrivere e suonare ti fa essere una persona migliore. Questo è il modo giusto per fare questo “mestiere”: se poi arrivano delle soddisfazioni bene, se non arrivano sei, comunque, una persona che si sente bene in quello che fa. Quindi il consiglio che posso dare ai nuovi talenti è: fate musica se davvero l’amate e non per altri scopi”.

Un lavoro durato due anni, creato proprio nel periodo di pandemia, con un ottimismo inaspettato e contagioso…

“Questo progetto ha scatenato in me un effetto di ottimismo dovuto alla cappa di pesantezza ed oppressione a causa della pandemia quindi ci ho messo dentro tutta la voglia di rinascita. Spesso la mente si rifiuta di accettare la negatività ed ho trovato necessario staccarmi e riportare intorno a me un clima di buone vibrazioni”.

Il brano “Giovane per Sempre” è un elogio al passato?

“Giovane per Sempre è uno dei brani più intensi. La storia della nascita di questo brano è davvero particolare. Chi ha avuto l’idea di questa canzone è un biologo ricercatore all’Università di Bologna che non ha niente a che fare con la musica ma che coltiva la passione talvolta di scrivere testi. Mi ha mandato una mail con ben quindici canzoni e c’era appunto quella che sarebbe diventata “Giovane per Sempre”. Ho preso le sue parole e ne ho aggiunte di mie. Questo brano non è un guardare indietro ma è un augurio soprattutto alle nuove generazioni di andare avanti a testa alta. Per quanto riguarda la nostra generazione è un inno al non dimenticare, a ricordarsi di come eravamo e ad essere fieri anche del tempo che passa. Quindi non è una canzone nostalgica, bensì di incoraggiamento ai giovani ed ai meno giovani”.

Ci parla del Docufilm che dovrà uscire nei prossimi mesi?

“Il docufilm è un reportage sulla nascita di questo progetto. Abbiamo registrato un concerto live al Teatro Romano di Fiesole dove verranno aggiunte interviste, immagini dei concerti e spezzoni di backstage o dietro le quinte durante la creazione dei brani. Quindi è ancora in progress. Un docufilm che narra fin dall’inizio tutto il percorso di questa avventura. Un racconto utile anche per i non addetti ai lavori, per far capire che il lavoro del musicista è molto difficile ed intenso”.

Ha trascorso alcuni momenti in cui non era visibile al grande pubblico. Ci racconta dei suoi momenti di oblio?

“Nei momenti ‘no’ (sempre presenti nella vita di un musicista) ho sempre continuato a fare musica, anche se non ero ‘visibile’ io ero qui, a dedicarmi a ciò che amo. Scrivevo canzoni, collaboravo con altri artisti. Non mi sono mai fermato”.

Barbara Cialdi

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Un fiume unisce la Toscana e rappresenta il modo di vivere forte e intraprendente del suo popolo. L'Arno.it desidera raccontarlo con le sue storie, fatiche, sofferenze, gioie e speranze. Senza dimenticare i molti toscani che vivono lontani, o all'estero, ma hanno sempre nel cuore la loro meravigliosa terra.

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