Nel mio girovagare tra i padiglioni lucchesi di questo Lucca Comics decido di mettere piede nel padiglione dedicato a migliaia di stupendi giochi. All’ingresso mi colpiscono le figure degli steward e degli addetti alla sicurezza che per cinque lunghi e massacranti giorni hanno permesso a più di trecentomila paganti di passare delle serene giornate dando indicazioni sugli spostamenti e infondendo tranquillità e sicurezza. Mi viene il ghiribizzo di sentir la loro voce e chiedo un po’ in giro riuscendo, infine, a trovare la disponibilità di una ragazza che invito a presentarsi.
“Mi chiamo Ludovica Galliani e sono di Porcari”.
Quanti anni ha?
“Ventuno”.
Qual è il suo compito di steward in questa manifestazione?
”Sono adibita alla vendita e distribuzione biglietti, braccialetti e controllo entrate e uscite”.
Da quanto tempo svolge questo ruolo?
“È il primo anno”.
Quante ore avete lavorato in questi giorni?
“Dodici ore al giorno”.
Sarete senza dubbio pagati/e (annuisce) non le chiedo quanto ma penso ad ore?
”Sì”.
Suppongo che sia un lavoro impegnativo…
“Lo è però alla fine si tratta solo di cinque giorni. Io sono una studentessa di lettere e quindi avevo bisogno di un lavoro che non interrompesse i miei studi”.
È stato interessante?
“Per la durata e la retribuzione senza dubbio sì”.
Lei veniva prima come visitatrice?
“Sono venuta solo un anno. Non sono appassionata di fumetti ma di libri”.
Pensa di ripetere l’esperienza l’anno prossimo?
“Credo di sì”.
Dopo averla salutata sono entrato nel padiglione, e in mezzo a questo mare, che dico oceano, di giochi da tavolo mi ha catturato l’attenzione un angolo dal titolo originale “Gioca con l’autore”. Mi sono fermato a parlare con la signora ivi presente che mi ha spiegato di cosa si trattava.
“Questo è un incontro con l’autore”.
Di quale casa editrice?
“La Tambu, io sono una docente che mi occupo di didattica della Scienza attraverso il gioco”.
Si chiama?
“Gabriella Salerno, sono siciliana ma insegno a San Miniato, in provincia di Pisa, in un istituto tecnico superiore. Il mio intento è quello di portare il gioco anche nella Scuola superiore per la didattica della Chimica e della Geologia. Penso che sia importante perché in genere in questo tipo di scuola il gioco viene ritenuto una cosa da bambini e quindi non adatto, mentre al contrario ritengo che il momento ludico sia importante per avvicinarsi alle Scienze”.
Quali sono questi giochi didattici?
“Le geocarte, un gioco didattico per studiare la tettonica delle placche. Poi abbiamo il freegame che, invece, è un gioco che serve per avvicinare i ragazzi alla tavola periodica, quindi allo studio della chimica in maniera divertente”.
Ci può dire qualcosa di più sulla Tambu?
>“È una casa editrice che cerca di promuovere nuovi autori di giochi. Una start-up di giovani di Milano che da qualche anno si preoccupa di produrre in piccola quantità nuovi giochi”.
Dopo aver salutato e ringraziato la docente ludica mi sono recato allo stand della Tambu dove i giovani e creativi componenti della start up meneghina mi spiegano come loro intendano sviluppare strumenti innovativi per promuovere il talento e la creatività in ogni sua forma, facilitando la trasformazione delle idee in nuovi prodotti d’intrattenimento, arrivando anche ad aiutare le aziende a sviluppare idee creative.
Ho ringraziato e sono andato oltre, nel padiglione dove noi “boomer”, ormai avanti con gli anni, troviamo pane per i nostri denti perché ci imbattiamo nel fumetto principale della nostra infanzia: Topolino. Lì rimango positivamente sorpreso nel vedere un giovane che compra un librone con le avventure di Topolino e lo “costringo” a spiegarmi questa sua passione che unisce generazioni distanti.
Si presenti …
“Mi chiamo Lorenzo Vicarelli, ho 30 anni, vengo da Firenze e sono un fisioterapista”.
E le piacciono i fumetti di Topolino…
“Tantissimo, da quando ho cinque anni. I vecchi Topolino di mio nonno sono stati i primi strumenti che mi hanno iniziato alla lettura, prima di passare ai vari libri”.
Cosa ha di bello Topolino per cui non riesce a staccarsi da lui?
”Topolino è bello proprio per la qualità delle storie. Negli ultimi anni il Topolino settimanale l’ho un po’ perso di vista, leggo sporadicamente qualcosa quando magari esce una saga che viene ripresa come quella di Reginella e altre. Topolino è sempre bello perché in tante storie passate c’era proprio una ricerca accurata del lessico. Le storie, anche rileggendole con un occhio più adulto, ancora ti commuovono e, secondo me, regge bene il confronto con tutti gli altri”.
Il suo personaggio preferito qual è e perché?
“Paperino, perché lui è uguale a noi, in realtà a volte viene portato un po’ all’eccesso la sua sfortuna, ma è un papero con i suoi difetti e le sue magagne come noi, ma riesce sempre ad uscirne fuori”.
Il più antipatico?
“Gastone, oppure lo stesso Topolino che, per quanto lo apprezzi per certe variazioni sul tema come in questo volume appena comprato, ovvero ‘La spada di ghiaccio’, è troppo perfettino, saputello”.
Segue altri fumetti?
“Sì, leggo di tutto. Ho letto storie di autori delle nazioni più disparate perché ognuna di loro ha le sue peculiarità, e posso dire che gli italiani non sono secondi a nessuno”.
I manga in cosa si differenziano da Topolino?
“Alcuni manga sono spettacolari e li apprezzo molto, ma gli autori italiani di Topolino non sono inferiori. Ognuna di queste tipologie di fumetti ha i suoi punti di forza e non si possono paragonare”.
Pensa di continuare a leggere fumetti?
“Sicuramente, perché ritengo che sia la nona arte, ha tante sfaccettature e tanti lati che puoi scegliere in base all’età”.
Interessante chiacchierata, ringraziamenti, saluti e il viaggio in questa fiera eccezionale riprende per gli ultimi incontri.
Guido Martinelli