– Francesco Fasulo –
Ore 3,37, esco di casa anche se il mio Sancho non mi ha dato ancora alcun segnale di vita. Tra tredici minuti abbiamo
l’appuntamento, poi volo da “Atalanta” a Bari. Arriva. Sulla tangenziale per vera suerte evitiamo un incidente con altre due auto che non hanno la stessa fortuna.
Proseguiamo nella pioggia e arriviamo a Palese, frazione di Bari, pasticceria Boccia: pasticciotto e cordialità. Maratona di Bari, olive di Bitritto da oscar. Il mare per una città è davvero un cadeau. Bari splendida perla nei vicoli. Un vecchio agio recitava che Milano è la città più popolosa della Puglia.
Quindi ci informiamo da amici baresi che stravolgono il nostro programma obbligandoci allo “sterminio” della fauna buona del Mediterraneo: cozze pelose, noci, ostriche del mare del Nord, moscardini fritti, gamberi viola e scampi. Bevo anche.
Stadio stupendo. Gli invincibili restano in 10 lottando contro i mulini a vento. Decisione discutibile su un episodio a
nostro favore, ma ci sta. 325anime palpitanti aspettano i tre zufoli dell’uomo nero. “Meglio aver paura che toccarne!”. Vendiamo cara la pelle noi…
Non ci permettono di uscire dal settore ospiti in tempo ragionevole e il Popolone (giustamente) rumoreggia composto. Altro giro al castello normanno e nel traffico di questa metropoli del Sud.
Si ritorna a casa. Felici come sempre e consapevoli che la nostra giostra gira ancora e sogna quello che sembrava sino a pochi giorni fa un irraggiungibile luna park.
Il direttore si interroga sulla brevità di questo articolo senza sapere che lo scrivo, come i grandi del passato, in condizioni a dir poco disagevoli. Bona Ugo, forza Pisa!