– Giuseppe Capuano –
Il 22 dicembre Emergency ha fatto sbarcare, al porto di Livorno, i 142 naufraghi soccorsi nelle notti del 18 e 19 dicembre dalla nave Life Support. La nave era partita da Genova il 13 dicembre scorso, diretta nelle acque del Mediterraneo Centrale, per la sua prima missione: salvare vite lungo la rotta migratoria più letale al mondo.
A presidiare l’area, durante lo sbarco, le forze dell’ordine coordinate dal prefetto Paolo D’Attilio. A supportare la protezione civile regionale varie organizzazioni: Misericordie, Anpas e Croce Rossa. Monia Monni, assessore regionale alla Protezione civile per la Toscana, ha così commentato: “Abbiamo montato il campo in pochissime ore. Oltre 70 persone hanno operato, tra volontari e personale sanitario. È la prima volta che ci troviamo ad affrontare questa situazione. Come sapete il porto di Livorno non è certamente il più vicino rispetto alle rotte migratorie. Abbiamo dato segnale di apertura, solidarietà e competenza. La Toscana ha fatto la sua parte”.
La presidente di Emergency, Rossella Miccio, presente alle operazioni, ha sottolineato che le persone fatte sbarcare “scappano da violenze, devastazioni e luoghi guerra, siamo felici che finalmente tocchino terra. Il porto di Livorno non è vicino, ma l’importante è essere riusciti a portarli in salvo. Questa è la prima missione in cui una nave di Emergency attracca in un porto italiano. A bordo lo staff era composto da 28 persone – di cui 18 di Emergency, 9 marittimi e 1 fotografo-video maker. I superstiti provengono da Bangladesh, Burkina Faso, Camerun, Costa d’Avorio, Egitto, Eritrea, Guinea, Mali, Pakistan, Somalia e si dividono tra 109 uomini, 26 minori non accompagnati di età compresa tra i 13 e i 17 anni; 5 donne – di cui una incinta di 7 mesi; 2 bambini con meno di 2 anni.
Molti naufraghi raccontano di essere stati reclusi arbitrariamente in Libia dove hanno subìto violenze di vario genere e le storie personali raccontate sono sì diverse ma con il denominatore comune della sopraffazione, della violenza, della disumanità, della paura. Le operazioni si sono concluse nella tarda mattinata del 22 dicembre ma molto resta ancora da fare. Di questa prima esperienza parliamo con Alessandro Bertani, vicepresidente di Emergency.
Che giudizio dà di questo primo sbarco?
“Non ho comparazioni possibili ovviamente ma ritengo che tutto si sia svolto nel segno dell’efficienza e della cooperazione. Del resto era la prima volta anche per le strutture e le istituzioni della città e della regione. E poi ho apprezzato l’accoglienza da parte della società civile e di molti cittadini, presenti anche con striscioni di solidarietà e
partecipazione”.
Nutrivate qualche perplessità circa la destinazione così lontana dalle rotte usuali di recupero?
“Penso che queste scelte debbano sempre tenere insieme due fattori: la salvaguardia della salute e il mantenimento delle speranze e dei sogni di queste persone così duramente colpite. Non possiamo sapere tutti i perché di queste scelte, possiamo però auspicare che esse derivino da quanto dicevo sopra. Oggi noto che logisticamente la scelta di Livorno faciliterà il trasferimento dei naufraghi nelle sedi predisposte, che sono tutte abbastanza vicine: Toscana in primis, ma anche Marche, Abruzzo, Liguria, Molise”.
Perché Emergency, che tutti conoscono per i suoi progetti sul versante della salute, ha voluto intraprendere anche questo tipo di attività?
“La risposta è più semplice di quanto ci si aspetti. Perché c’è la necessità di salvare vite umane visto che non ci sono e non si vogliono mettere in campo altre risposte sufficientemente adeguate. I più di 1300 morti anche quest’anno nel Mediterraneo, una stima ovviamente al ribasso vista la difficoltà di raccolta delle informazioni, lo testimoniano. Siamo perennemente in stato di emergenza e il nostro nome non è casuale dato che sappiamo operare in situazioni di guerra, di disagio, di povertà.
Fino a quando la nave resterà a Livorno e quando potrà riprendere le operazioni di salvataggio?
“Di preciso non sappiamo ancora quando ripartirà, di certo non prima della seconda settimana di gennaio. Perciò tanti auguri toscani di buone feste a tutto l’equipaggio”.
Giuseppe Capuano