– Paolo Lazzari –
Dal definitivo cambio di assetto tattico al mercato, la Fiorentina prova a redimersi dopo una prima parte di stagione in controluce
Archiviato il mondiale qatariota, la Fiorentina torna a fare i conti con se stessa. La rassegna iridata non ha particolarmente spremuto il gruppo: se si espunge dal discorso il fenomenale Amrabat, le energie fisiche e mentali non dovrebbero essere state intaccate. Certo, trattasi di situazione inedita: l’improvvido stop dettato dal luccicante Stato petrolifero apre a scenari multiformi. Si saranno rammolliti, i nostri? Ci metteranno un mucchio a ritrovare il ritmo partita? Oppure avranno una caterva di energie da spolverare e spendere? Qualunque sia la verità ultima la conosceremo molto in fretta. E, comunque, il discorso vale per tutti.
La viola di Italiano ricomincia con due match casalinghi, uno di fila all’altro. Le contendenti non parrebbero irresistibili, ma certo hanno un repertorio diversamente acuminato da sfoderare al Franchi. Prima c’è il Monza del Cavaliere: dopo un incipit condito da disfatte, ha indovinato una quadratura invidiabile e, adesso, piegarlo non è più una passeggiatina. Poi arriva il Sassuolo, classico match capace di determinare emicranie diffuse tra gli allibratori. I neroverdi non sono impermeabili dietro, ma portano avanti da un pezzo un vangelo offensivo effervescente.
Ecco perché ci sarà bisogno della migliore Fiorentina possibile. Ricominciare con il piede giusto, scrollandosi dalle spalle i tentennamenti pregressi, sarebbe ossigeno puro per una squadra che ambisce a ritrovarsi ed a piazzare i gomiti nella parte sinistra della classifica. Il nuovo modulo potrebbe aiutare a dribblare le defaillance che hanno incrostato l’inizio di stagione. Il 4-2-3-1 con Jovic a sussurrare alle spalle della punta pare una soluzione efficace e, a tratti, spettacolare. Il centravanti? Non è detto che quella mattonella sia appannaggio di Cabral. Kouamè scalpita, e sembra averne tutte le ragioni.
Certo, permangono grane irrisolte. Italiano, occhio svelto e pensiero lungo, spera di ritrovare un Nico Gonzales più presente e meno appannato, così come un Ikonè che la smetta di fluire a intermittenza. In mezzo tornerà l’eroe del Marocco: probabile che, se si confermerà, questo sia l’ultimo giro di giostra in viola, prima della partenza verso lidi più opulenti. Jack Bonaventura, il polivalente Barak e il rientrante Castrovilli fanno dormire sogni relativamente sereni. Dietro, piuttosto, servirebbe intervenire sul mercato. Le alternative di Biraghi e Dodò non hanno, fino a qui, distribuito certezze al pari dei titolari. E, tra i pali, Gollini è parso smarrito: il posto se l’è conquistato di nuovo Terracciano, ma anche in questo caso servirebbe uscire dalla contraddizione di una riserva di lusso sovente infilata tra i titolari.
Quesiti destinati a essere districati a stretto giro. Di sicuro serviranno anima e lucidità: due adesivi perfetti per il nuovo anno viola.