Giovanni D’Achiardi non fu solo rettore dell’Università di Pisa, ma anche senatore del regno nonché direttore della Scuola Normale e podestà della città della Torre pendente dal 1936 al 1939. Dagli anni Sessanta a Pisa una strada è intitolata a suo nome, senza che nessuno avesse mai protestato. Eppure un motivo ci sarebbe stato. Come rettore dell’ateneo pisano, infatti, spedì al ministero l’elenco dei professori ebrei da espellere, oltre a quello degli studenti, dopo l’approvazione delle leggi razziali del 1938. Le polemiche erano esplose nell’estate del 2021, a seguito di una raccolta firme per chiedere la cancellazione di quella intitolazione (furono raccolte 22mila firme).
Il sindaco di Pisa, Michele Conti, ha annunciato il cambio di nome della strada, svelando anche un altro dettaglio molto significativo: la giunta ha scelto come nuovo nome “via Giusti delle Nazioni“, per onorare coloro che agirono in modo eroico, rischiando anche in prima persona per salvare la vita degli ebrei. Un altro spazio comunale vicino a via d’Achiardi, inoltre, è stato intitolato a un altro professore, Raffaello Menasci, docente ebreo dell’Ateneo pisano imprigionato ad Auschwitz e morto a Varsavia nel 1944. Non sono mancate le polemiche. Conti ha sottolineato che nessuno dei sindaci che lo hanno preceduto, dagli anni Sessanta in poi, aveva preso questa decisione, nonostante l’imbarazzo per il ruolo avuto da D’Achiardi nella vergognosa espulsione degli ebrei dall’ateneo pisano.
Paolo Martinelli, candidato del centrosinistra per la carica di sindaco alle prossime elezioni comunali, ha criticato la maggioranza parlando di “clamorosa, goffa, impacciata e tardiva retromarcia del sindaco Conti con cui ha deciso di cambiare il nome di quella strada”. Per Martinelli il merito è della mobilitazione con cui i cittadini hanno raccolto più di ventimila firme. Sicuramente la spinta dei cittadini è stata determinante, però va dato atto alla giunta di centrodestra di aver preso una decisione importante, che mai nessuna giunta di centrodestra aveva adottato prima.
Nella motivazione con cui si chiedeva di cancellare la via intitolata all’ex rettore si spiegava che “la condotta del rettore Giovanni D’Achiardi nel 1938 ci pare inequivocabile sul piano del giudizio storico, ed è la memoria di quei venti docenti, degli studenti italiani, dei 290 studenti polacchi lituani ungheresi boemi ricacciati verso i propri paesi intolleranti – e la Shoah in agguato – che ci spinge a considerare inammissibile che una via della città di Pisa gli sia ancora intitolata”.