Vergognosa e desolante crisi senza fine. Siamo precipitati in un incubo, un tunnel dal quale non si intravede un minimo di luce. E, a parte la sconfitta con il Bari, le colpe e le cause sono tutte da ricercare “in casa”.
Il tracollo con il Frosinone, un Frosinone venuto a fare la sua onesta partita con la dignità professionale che si addice ad una fresca e meritata neo promossa, è figlio di tanti e troppi errori.
Credo non esista in nessuna parte del globo calcistico che, nonostante una serie continuativa incredibile di sconfitte e prestazioni che dire modeste è dire poco, non si abbia avuto il coraggio o l’intuizione di fare un passo indietro, o di farsi da parte, o di cambiare strategia.
Sempre il solito refrain, nessun “giro di vite“, nessuna perentoria autocritica, avanti con i selfie e con le pacche sulle spalle, ad accompagnare e quasi inconsapevolmente ad incentivare un lassismo sempre più palpabile.
Ho applaudito convintamente il giusto disappunto finale della Curva, perché meritiamo veramente “gente che lotta”, a tutti i livelli. Ho respirato tanto nervosismo e tanto sconforto all’uscita dall’Arena Garibaldi, tanta rabbia ed anche rassegnazione.
Dico la mia, fossi nel Mister mi rimetterei quanto meno alle decisioni della Società: la formazione messa in campo ieri è inspiegabile. Questa continua rotazione ormai non ha più alcun senso, e lo dicono i numeri. Perché Rus (tra i peggiori in campo) ed Hermannsson invece di Barba e Calabresi?
Sembrerebbe, ad un occhio distratto, il “calcio dei bimbi“, dove si usa far giocare tutti per non scontentare nessuno. Gli errori difensivi sono stati da matita rossa, “aiutati” da un centrocampo molle e privo di idee (la Società faccia tesoro in vista del prossimo mercato se avremo ambizioni da reiterare). Davanti la sufficienza solo per Gliozzi e Masucci, il resto lasciamo perdere.
L’ho sempre detto ed ora ne sono ancora più convinto: c’è il momento dell’applauso e quello della critica.
In attesa del risultato di Parma-Brescia siamo ancora dentro la griglia playoff, ottavi, se pur a pari merito con Venezia ed Ascoli: ha quasi dell’incredibile potere ancora giocarsela, anche se con questo atteggiamento le brutte figure rischiano di non essere terminate.
Ora testa bassa e lavorare duro in vista di Brescia, se proprio non si ha il coraggio di scelte più forti che forse, se fatte un mese fa, avrebbero potuto delineare un finale di stagione più decoroso.
Andrea Cosimi