“Presto, è domenica, al Salone Internazionale del Libro oggi sarà un delirio. Uffa! Questo bus non arriva. Prendiamo un taxi”. Così inizia la giornata di noi due baldi cronisti inviati da L’Arno.it a Torino al più importante evento letterario del Paese. Nel taxi le parole sono parche ma sufficienti perché il conducente così ci apostrofi: “Siete di Pisa?“. Complimentoni! Che conoscenza dialettale! Dopo il nostro meravigliato assenso è tutto un profluvio di parole e veniamo a sapere, nell’ordine. Il taxista fa di cognome Guelfi e questo è già un chiaro segno di “pisanità”. Chi non conosce un Guelfi a Pisa? Ma non è finita qua.
Lo zio del taxista, tale Daniele Guelfi, si diletta di scrittura, da pensionato, dopo aver lavorato come geometra presso l’ufficio tecnico del Comune di Pisa, e pubblica con la casa editrice BookSprint. L’anno scorso ha partecipato alla ottava edizione del simpatico concorso letterario 88.88 che l’associazione culturale YOWRAS indice in occasione appunto del Salone Letterario di Torino. Concorso sui generis che prevede di presentare racconti brevi con 8.888 caratteri e dove il numero otto la fa da padrone: otto vincitori, otto menzioni speciali e premi in danaro che contengono tutti la cifra 8.
Per l’appunto il nostro concittadino Daniele l’anno scorso ha ricevuto una menzione speciale per il racconto “La bicicletta”. Citiamo dalla motivazione ufficiale rintracciata sul sito. “Un racconto di pietà, di riscatto, di rivincita e di sconfitte. Tutto l’amore di una vita nelle ultime righe. La storia sembra non farti capire, ma poi arriva la parte dolce e amara allo stesso tempo, per dirti che, comunque vada, siamo tutti esseri umani, e anche dietro l’aspetto peggiore si
nascondono cuori grandi che vanno presi in considerazione”.
Ma le sorprese non sono finite. Un altro parente del nonno, a detta del nostro loquacissimo ed entusiasta driver, tale Cappelli, è stato un alto prelato della diocesi pisana. Addirittura ce lo ha proposto, sicuramente esagerando, come “Vescovo” della città. Ma le ricerche postume che abbiamo fatto (non per non fidarsi ma perché un “bravo giornalista” deve sempre controllare la fonte, eh eh) non hanno dato nessun risultato in tal senso e quindi dobbiamo solo affidarci al dubbio e alla constatazione che la nostra fonte non avrebbe alcun interesse né al “depistaggio” né alla “falsificazione”.
Allora urge una banale constatazione: di Pisani nel mondo “ce n’è quanti se ne vole”, in contraddizione con quanto scrisse Renato Fucini (Neri Tanfucio) nel 1870 nei “Sonetti in vernacolo pisano”:
E po’ pelch’ e’ Pisani ‘un c’ enn’ adatti / Per anda’ per er mondo a strapazzassi.
Ma siamo arrivati al Lingotto, un sorriso, una stretta di mano, una foto ricordo e via, di corsa, dentro il gigantesco edificio, le sorprese sono appena iniziate.
Giuseppe Capuano e Guido Martinelli
Ho letto con piacevole attenzione l’articolo che, mio nipote Renato Guelfi, mi aveva anticipato al suo ritorno a casa al termine del lavoro. Ringrazio per l’attenzione riservata alla modesta opera narrativa menzionata l’anno passato dal concorso “quadriotto” e dalle gentili parole ad essa riservate. Voglio precisare che, per quanto attiene alla nomina di Vescovo di Pisa di un mio zio, Renato ha frainteso. In realtà Mons. Renato Cappelli (sepolto nel Camposanto Monumentale, proprio davanti all’ingresso) era stato proposto per ben due volte alla carica di Vescovo da lui generosamente declinata per motivi familiari. Questo a precisazione, unitamente alle scuse del nipote che non conosceva fondo la cosa. Vi ringrazio e, se può interessarvi, io abito in Via S.Jacopo, 16 impossibilitato a muovermi in maniera autonoma perchè in sedia a rotelle. Per inciso: 87 anni compiuti. W Pisa.