Muovendomi nel Salone alla ricerca di innumerevoli e valide penne toscane, note e meno note, ho deciso di seguire un percorso istituzionale andando a cercare proprio lo stand ufficiale della Regione Toscana nel salone Oval. Lì mi sono imbattuto nella presentazione di alcuni scrittori delle edizioni Helicon, proveniente dallo stupendo borgo medievale di Poppi, nel casentino aretino, alta valle dell’Arno. Il Virgilio che prendeva per mano le autrici invitate presentandole ai presenti era impersonato da Cristiana Vettori, nata nella cittadina che ospita il suggestivo castello dei Conti Guidi, ma residente a Pisa da molto tempo. Qui ha svolto il ruolo di docente di Scuola Superiore, ed è tuttora psicologa, editor e scrittrice. Infatti ha presentato anche il suo ultimo libro “Amori Paralleli”, dove traccia un’interessante analogia tra una storia amorosa che si svolge ai tempi del lockdown e un’altra, scoperta attraverso un carteggio rinvenuto in un baule, vissuta durante la seconda guerra mondiale.
Dottoressa Vettori, perché la vostra casa editrice è stata scelta per rappresentare la Toscana a questo Salone?
“Siamo una casa editrice che copre molti generi letterari: poesia, narrativa, saggistica, teatro. Siamo anche collegati con il Centro Culturale Fonte Aretusa che indice il Premio “Casentino”, un premio letterario molto ambito, giunto quest’anno alla 48^ edizione, fondato tra gli altri anche da Carlo Emilio Gadda. Siamo, insomma, una realtà abbastanza grande che cerca di valorizzare l’opera di tanti autori e autrici, e per questo abbiamo una certa considerazione regionale”.
Cosa avete preparato per questo Salone?
“Abbiamo preparato una selezione di opere di sole “autrici” rappresentanti vari generi: teatrale, poetico, narrativo. Cinzia Della Ciana, avvocato aretino, ha presentato il testo teatrale Discendenze impossibili incentrato sul confronto tra le figure di Giovanna la Pazza, e la nipote Margherita d’Austria: una madre e l’altra figlia di Carlo V. Una pièce teatrale che sta portando in giro. Poi ci sono state due ottime poetesse: la professoressa aretina Gabriella Paci con il suo sensibile Dissonanze e la naturalizzata pisana Maria Teresa Coppola con il delicato Sottovoce. Infine, tre narratrici: Barbara Perrucca con La distanza del cuore, un libro composito che parla di argomenti culturali importanti come la differenza di genere e violenza contro le donne; Gioia Buratti, con Quando fioriranno le rose, una floricultrice che nella vicenda narrata parla anche dell’argomento di cui lei è esperta; Daniela Picciolli, una psicoterapeuta che nel suo Emozionarsi ha inserito interessanti storie tratte dalla sua professione”.
Dal suo osservatorio come vede la situazione attuale dell’editoria toscana?
“Vedo una situazione molto vivace, sicuramente come in tutto il paese sono più gli scrittori e scrittrici che i lettori e le lettrici, però è bello che sia presente e attiva questa gran moltitudine di penne, o meglio mouse, che si agitano e si muovono in tante direzioni”.
Rinvengo vicino allo stand istituzionale quello di una casa editrice pisana la Felici, e pongo quasi analoghe domande a Fabrizio Felici, attuabile responsabile di questa storica casa editrice pisana fondata negli anni Cinquanta dal padre Spartaco in qualità di casa specializzata in pubblicazioni universitarie che, con l’entrata del figlio in sala di comando, ha allargato le sue prospettive anche verso la narrativa. È stata presente in gran forze al Salone ospitando ogni giorno eventi e presentazioni ben frequentate.
Signor Felici, quanti titoli avete attualmente in catalogo?
“Circa 450 titoli e nel giugno 2014 è nato il nuovo marchio Libri volanti che si occupa di letteratura per l‘infanzia che contiene diverse collane con diversi titoli pubblicati”.
Cosa avete presentato al Salone?
“Abbiamo presentato con i Librivolanti La prossima onda, il seguito del Buio oltre la scala uscito a novembre ’22:albi illustrati per bimbi dai 4 ai 6 anni che servono a superare paure infantili come quelle del buio e dell’acqua. Poi, è stata la volta di due libri che abbiamo in collaborazione con l’Associazione “Culture” di Carrara, ovvero Il codice Arcadia di Vito Benito Zingales e Il cielo di Pasqua di Salvatore Belcastro. Il primo è una storia gialla cha vede come protagonista un ispettore di Polizia palermitano, mentre il secondo narra una storia di un certo spessore denunciante gli aspetti debordanti del bigottismo religioso. Un terzo è stato Riscatto di Federico Bianca, un libro di racconti ironico-tragici molto interessanti. Tre opere che meritano e su cui puntiamo”. Altra storia gialla presentata domenica è stato Una quiete che uccide di Alberto Girotto,altro giallo ma alla Simenon con protagonista il commissario Alfano alle prese col caso di un giornalista scomparso.
Cosa mi può dire delle prospettive e della situazione attuale dell’editoria Toscana?
“Dopo il periodo pandemico che ha portato un aumento delle vendite in generale con Amazon che ha dato il suo contributo, abbiamo ribadito un trend positivo nel 2022”.
Ho letto da qualche parte che nel 2022 nel nostro paese sono stati venduti 92 milioni di libri, 19 in più dell’anno precedente (più del 25%)
“Certamente, siamo in quell’ordine di cifre. Comunque, ad oggi, si pubblica tanto e si legge poco”.
Com’è ormai risaputo e condiviso a livello generale da tutti e da tempo.
“Infatti. Va specificato che la Toscana è un luogo in cui si comprano di più libri dopo la Lombardia, con il Centro Nord che la fa da padrone con l’85% di vendite mentre il sud si attesta sul 15%, Dobbiamo incentivare ancora di più la lettura soprattutto perché fino a 13 anni ci sono tanti lettori, ma subito dopo i numeri crollano. Forse, in età adolescenziale, c’è maggiore attenzione verso il fumetto”.
Ottimista o pessimista per il futuro?
“Ottimista”.
Dopo aver lasciato gli ambiti editoriali toscani e mentre stavo vagando alla ricerca di eventi interessanti anche non solo della nostra regione, il fato birichino mi ha richiamato all’ordine. Grazie ad un suggerimento imprevisto ho infatti scoperto, nello stand del Ministero della Difesa, un autore che vive nella nostra città: Renato Scarfi (foto sotto).
Uscito dall’Accademia Navale (Corpo di Stato Maggiore) e in possesso di brevetti di pilota d’aereo ed elicottero, oltre che laureato in Scienze Marittime e Navali nonché in Scienze Internazionali e diplomatiche, con tante benemerenze e servizi in varie parti del mondo, Scarfi ha scritto un libro sugli “Aspetti marittimi della Prima Guerra Mondiale”. Da quel che ho visto mi è parso un lavoro ben strutturato e senza dubbio molto interessante dal punto di vista storico, visto che di quella guerra si parla solo della trincea e della fanteria e quasi mai dell’apporto della Marina. Ovviamente, mi piace specificare che tale interesse è stato solo di natura storica e non certo frutto di fascinazione bellica dato che, soprattutto in questi tempi in cui le armi sono tornate a farsi sentire nel nostro continente, sono sempre più convinto della necessità di ripudiare le armi, che non risolvono mai i problemi e recano solo distruzione e morte.
E poi, e poi, tante, numerose figure toscane hanno illuminato quel mondo di carta, ma a un certo punto ho mollato le ricerche identitarie anche perché siamo tutti uguali sotto questo cielo anche se noi lo siamo di più.
Come cantava la mi’ mamma? Belli come noi la mamma ‘un ne fa più, s’è rotta la macchinetta..
Ma continuo ad esagerare. E parecchio. Voi che ne dite?
Guido Martinelli