Sono sempre stato dalla parte di chi fa impresa, di chi rischia in prima persona, lavora e dà lavoro. Proprio per questo mi sento assolutamente tranquillo e al di sopra delle parti nel muovere questa critica rispetto ad una situazione che, a mio parere, negli ultimi decenni è letteralmente degenerata. Mi riferisco agli stabilimenti balneari e alla scomparsa delle spiagge libere dai nostri litorali.
Quando ero piccolo, tra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta, frequentavo le spiagge di Forte dei Marmi (i miei sono della Versilia) e Tirrenia (Pisa). Ho sempre visto strutture balneari ben gestite, alla portata di tutti, accanto a spiagge libere che, nella maggior parte dei casi, erano delle vere e proprie latrine. La sporcizia regnava sovrana, colpa in primo luogo di chi le frequentava, gettando rifiuti sulla sabbia e fregandosene del prossimo. Peggio delle bestie. Mi sono sempre chiesto come fosse possibile tollerare una simile sporcizia e anarchia, con la scusa di dover consentire a tutti il “mare gratis”. Principio sacrosanto, ma una discarica a cielo aperto non è mare.
Fortunatamente le cose sono cambiate nel tempo. Le spiagge libere sono state date in gestione ed è aumentata la pulizia e i controlli. Un minimo di decenza, sia pure riducendo gli spazi completamente liberi (cioè senza ombrelloni in affitto). A Tirrenia i metri quadrati totalmente liberi sono sempre meno, in compenso si possono noleggiare ombrelloni e lettini a prezzi non troppo esosi.
A Forte dei Marmi, invece, mi dicono che la spiaggia libera ormai sia quasi un miraggio, relegata nelle retrovie. Non ho verificato di persona ma chi me ne ha parlato vive lì. Mi ha riferito anche questo: “Quando voglio bagnarmi un po’ le gambe e raggiungo il mare, tutti mi guardano male, come un appestato, e se oso sedermi un attimo, subito scatta qualcuno che mi dice che non posso farlo”.
Lasciatemelo dire: che schifo. E qui non c’entra nulla la direttiva europea Bolkestein che i gestori dei bagni contestano da anni. Se ad un anziano che vuole bagnarsi le gambe viene fatta una partaccia, solo perché per due minuti si siede per terra, siamo proprio ridotti alla frutta. Dovremmo tutti vergognarci e pensare al punto in cui siamo arrivati. Penoso. Tollerare questa prepotenza è indegno di un popolo civile.
Incivile (e indegno) era far finta di nulla rispetto alle discariche a cielo aperto, come vi ho raccontato prima, ma incivile è anche ciò che accade oggi, dove l’accesso al mare viene negato a chi vive in quei luoghi e non può permettersi (magari perché vive di una piccola pensione o di uno stipendio basso) di sborsare decine e decine di euro, per non dire di più, per godersi un’ora di mare.
Riflettiamoci. Non è un discorso di sinistra, di centro o di destra. È un discorso di buon senso. Il mare è di tutti, come l’aria. L’accesso (e un minimo di decenza-pulizia) va garantito a tutti.