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Nel chiesino di San Bernardino il cuore pulsante di un intero quartiere

- Cultura
5 Luglio 2023

L’Oratorio di San Bernardino, o meglio “il chiesino”, come lo chiamano ancora gli abitanti del “Portone“, storico quartiere a sud di Pisa, di recente è stato oggetto di un accorato appello sui social affinché possa essere restaurato prima che sia troppo tardi. Si è così riaperto il cassetto dei ricordi in molti di noi che hanno “vissuto” questo gioiellino quando era ancora aperto al culto e vi si celebravano le Messe ed i rosari in occasione delle feste di quartiere o quando, per San Bernardino (la cui memoria liturgica ricorre il 20 maggio) veniva distribuito il pane benedetto.

I parrocchiani più anziani ricordano sempre come il primo venerdì del mese alle 21 veniva celebrata la messa con i collaboratori (catechisti, lettori, ecc…) ed i vincenziani della Conferenza di San Marco alle Cappelle. Erano gli anni Ottanta e Novanta e in chi scrive è sempre viva l’emozione di quando si apriva il piccolo portoncino per poter ammirare questo scrigno prezioso ed unico nella sua forma circolare. Ho ancora davanti agli occhi la luce soffusa della lanterna ed il piccolo altare con il crocifisso, la finestrella di vetri colorati che dall’esterno dava il segnale della sua vitalità.

Molti ricordano bene quando il chiesino, di proprietà della parrocchia di San Marco alle Cappelle, fu messo a disposizione degli abitanti di via Emilia e del quartiere della Cella, che invece facevano parte della parrocchia di Sant’Ermete. Il luogo sacro infatti più facilmente raggiungibile da chi abitava in quelle zone, e per anni vi sono state concelebrate le messe domenicali delle ore 10 da entrambi i parroci. Successivamente, e fino alla sua definitiva chiusura, fu condiviso con gli Ortodossi, ed il parroco don Egidio Crisman celebrava con loro le funzioni comunitarie.

Il suo interno venne allestito grazie a donazioni di parrocchiani, come testimoniano i nomi sulle antiche panche che ne componevano l’arredo: è anche per questo motivo che vi è un affetto profondo da parte della gente che ancora vive lì. L’Oratorio è il simbolo cristiano più antico di questa comunità che negli anni è andata scemando ma che, con i suoi abitanti, seppur ridotti nel numero, ancora oggi lotta perché non ne sia cancellata la propria identità.

Uno tra i ricordi più belli che ho raccolto è quello di Lorena, che mi ha raccontato come il Chiesino venisse utilizzato per i battesimi dei nuovi arrivati. Lei, nata negli anni Quaranta, fu battezzata proprio lì.

Fino a prima che fosse transennato per motivi di sicurezza, portavamo spesso a passeggiare i cani intorno al pratino d’erba circostante, avendo cura di tenerlo pulito e ad abbeverarli alla vecchia fontana dove, in tempi antichi, quando non c’era l’acqua in casa, le massaie andavano a fare le scorte di acqua buonissima che arriva da Asciano. Nei tempi più recenti – si parla di circa dieci anni fa – il Chiesino fu riaperto ad un gruppo di studenti che ne hanno recuperato alcuni oggetti. Uno di essi è l’antico crocifisso ligneo poi restaurato grazie ad un contributo della Fondazione Pisa ed oggi custodito nella Chiesa Madre di San Marco alle Cappelle.

Appena tre anni fa fu promossa dall’allora parroco, don Gianluca Martignetti, una solenne Messa di collocazione celebrata da S.E. l’Arcivescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto. Fu bello rivedere riunita la vecchia comunità intorno a questo antico reperto cristiano.

Una giovane architetto, Irene Nizzi, ha fatto una ricerca sul Chiesino, presentata a “In-bo Ricerche e progetti per il territorio, la città e l’architettura” intitolata “L’Oratorio di San Bernardino a Pisa Indagini conoscitive e analisi diagnostiche per una proposta di restauro e valorizzazione. Ciò non può che lusingare poiché sottolinea l’importanza di questo piccolo e storico edificio di culto. La ricerca potrebbe essere spunto per uno studio di fattibilità di un restauro auspicato da molti.

Oggi il Chiesino, seppur ancora dominante grazie anche all’illuminazione che lo rende ancora ben visibile, sta mostrando tutta la sua vecchiaia ed è diventato un simbolo triste della decadenza di questo quartiere, tra i più antichi e strategici di una Pisa che fu. Incastonato all’incrocio tra due importanti arterie: via Emilia e via Fiorentina, mostra purtroppo i segni del tempo. Eppure non è troppo tardi per riportarlo ad una completa valorizzazione con quanto di circostante: il prato, la fontana e il pezzo di strada lastricata di ciottoli antichi che sono sicura pochi conoscono.

Intanto noi del Centro San Marco abbiamo allestito nella Libreria della Sala lettura intitolata ad Antonietta d’Angelo, una sezione dedicata alla memoria del Quartiere del Portone e della parrocchia di San Marco alle Cappelle, contenente libri donati da alcuni parrocchiani ed ex parrocchiani, primo tra tutti il professor Stefano Sodi, messi a disposizione di tutti coloro che volessero approfondire la conoscenza della storia di questo pezzo di Pisa, oggi profondamente trasformato ma pur sempre con un cuore pulsante verso il passato.

È intenzione del Centro organizzare in autunno una conferenza proprio in sala lettura, per poter presentare l’angolo dei ricordi e focalizzare l’attenzione sull’Oratorio di San Bernardino anche attraverso una visita guidata. Chi avesse in casa qualche volume che parla del “Portone” e volesse donarlo al Centro, può scrivere ad ascoltosanmarco@gmail.com.

I ringraziamenti più affettuosi a Lia, Lorena, Laura, Carla, Paola, Gustavo, Stefano che con la loro memoria hanno contribuito e stanno contribuendo a tenere vivo il ricordo di un quartiere ancora oggi tra i più strategici di Pisa.

Paola Viegi

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