– Francesco Fasulo –
Oggi è uno di quei giorni che aspetti per i 364 precedenti. Chissà perché. Si va a Rovetta a vedere il nulla. Un’amichevole stucchevole contro una squadra così così in un posto di montagna caldo, con un discreto traffico per arrivarci, senza un fiume o in lago dove bagnarsi. Scelta a mio parere incomprensibile rispetto al luogo di ritiro precedente.
Si parte dagli “ananas” di Cinisello Balsamo. Mancano, su tutti, il contabile con il ginocchio rotto, il “babbo” che è stranamente arrabbiato per qualcosa e il top manager perché è top manager e al giovedì deve fatturare. Si annoverano ritorni eccellenti dopo periodi difficili e l’evento rallegra il gruppo. Solito siparietto per chi DEVE stare davanti in macchina, la spunta il solito infante capriccioso a cui prima o poi la farò pagare.
Arriviamo al paese e cominciano a bere le birre. Complice l’alcool spendiamo 500 euro in magliette del Pisa brandizzate da gruppi edili con logo imbarazzante. Foto con il nostro capiTANO, sempre disponibile.
Al terzo minuto della partita in una tribuna da 200 posti perdiamo quel poco di reputazione che avevamo acquisito negli anni. Volano patatine, ghiaccioli, piedi nudi, sigari, birre calde e come in Amici Miei sento un “guarda che ti sputo”. Solo il mio eroico e provvidenziale intervento evita un paio di daspo durante un amichevole senza tifosi
avversari.
Qualcuno attento al match afferma che è evidente la mano del nuovo allenatore, i giocatori interrogati a bassa voce replicano manifestando un ottimismo che sembra sincero. Si srotolano i 90 minuti svelando la perla del numero 26 che a 10 minuti dalla fine fa il solito gol pazzesco.
Il bell’Ernesto fa cenno al pulmino di partire che lui vuole restare per guardare la camicia hawaiana taroccata (da denuncia Presidente!) del Pisano al nord più indisciplinato.
Nel frattempo “in nome della legge”, il nostro Cop, intima la consegna di indumenti a chiunque e chiude la giornata con all’attivo: il pantaloncino di Barba, la maglia del centravanti del Venezuela. La ciliegina sulla torta è il presidente Corrado che gli consegna un pallone stupendo raccolto direttamente dal campo.
Per cena, polenta al formaggio per chi scrive e salumi di bestie morte per gli altri. Malgrado tutto li amo. Per il Luna Park… work in progress.