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“Toscana libera”: il teatro che fa memoria

- Cultura
5 Settembre 2023

Mentre in tutto il nostro territorio si avvicendano i festeggiamenti per il settantanovesimo anniversario delle liberazioni delle varie città (la prossima è Pistoia l’8 settembre), la Regione Toscana rende omaggio all’impegno antifascista con la pubblicazione nelle Edizioni dell’Assemblea del Consiglio Regionale di “Toscana libera”, pièce teatrale di Renzo Ricchi messo in scena il 25 aprile 1975 al Teatro Metastasio di Prato e già edito in quello stesso anno da Guaraldi con l’introduzione di Lelio Lagorio, all’epoca presidente della Regione Toscana.

Il testo si presenta come narrazione corale all’interno della quale vediamo avvicendarsi sul palco un ampio numero di personaggi quali agrari, industriali ma soprattutto contadini, operai, tipografi, sindacalisti, donne. A raccontare con la loro presenza tanto verbale quanto fisica sono dunque non tanto i vertici politici quanto i semplici cittadini rendendo la narrazione oltre che corale anche popolare, come si evince già dall’inizio del lavoro in cui sono riproposti i versi, risalenti al 1945, del boscaiolo cantastorie Silvio Barlazzi.

In questo proemio, cui non manca la tradizionale invocazione alla musa, possiamo vedere convergere il teatro greco (che Ricchi ama e che richiama anche attraverso l’uso del coro nel finale) e la tradizione del canto popolare toscano. Si anticipano in questa sezione i temi che verranno trattati, dall’ascesa del fascismo (con le squadracce finanziate dai proprietari terrieri stanchi delle continue rivolte dei lavoratori dei campi) alla caduta di Mussolini e alla fine della dittatura in Italia. Particolarità dell’opera è la mancanza del lieto fine cui si allude solo nei versi di Barlazzi e nel titolo, a significare quasi che la libertà esiste principalmente nell’impegno quotidiano a cercarla.

La pièce risulta veloce e essenziale: si sviluppa in tante scene rapide in cui si giunge al cuore degli eventi, che sono riportati in maniera puntuale, quasi didascalica tanto nella parte iniziale quanto nel finale di forte impatto emotivo in cui una folla di persone sul palco ricorda le tante stragi nazifasciste, da Sant’Anna di Stazzema a Castelnuovo Val di Cecina, da Niccioleta a Meleto.

Il testo è consultabile anche online al link
https://www.consiglio.regione.toscana.it/upload/eda/pubblicazioni/pub4179.pdf

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