Questo non è un articolo come gli altri che ho scritto e scriverò in quanto intriso di emotività: la mia. Lo scenario in cui ci troviamo in questo contesto è quello, più volte da me frequentato per la qualità delle proposte, della biblioteca comunale “P. Impastato” di Cascina, in provincia di Pisa. Stavolta era di scena una delle tante, attive realtà associative del territorio, ovvero la “A. V. D. C”, l’associazione con sede nel centro cascinese che accoglie gli amici campani di Valle del Diano e del Cilento e altre zone viciniore residenti in zona. Il presidente, Gesualdo Russo, ha introdotto la serata spiegando la vita e le attività di questo nucleo associativo composto da 70 soci (40 donne e 30 uomini) che ha la mission di trasmettere e far conoscere la storia e le tradizioni culturali del territorio natìo degli aderenti.
Stavolta l’ospite era di alto livello e importanza dato che si trattava di Tonia Cartolano, giornalista di Sky Tg24 che ammiro particolarmente per le sue qualità professionali. Volto ben conosciuto da anni come inviata nei luoghi più pericolosi del mondo, oltre che anchorwoman del tg di Sky. Anch’essa campana in quanto originaria di Sala Consilina in provincia di Salerno, in questa sede ha presentato un suo recente libro: “Leadhers. Donne e storie di straordinaria normalità”, per le edizioni Santelli. L’intervento dell’autrice è stato preceduto dalla partecipazione del magistrato Lilli Fortunato, della dirigente scolastica Maria Rosaria Piazza e del docente Francesco Parasole. Nei tre felici interventi sono state trattate le problematiche relative alle difficoltà dell’inserimento femminile nel mondo del lavoro, veramente impervio in anni passati in cui si era proprio agli albori, e alle indubbie qualità letterarie del testo. L’autrice, definita una vera scrittrice da Parasole ha sfoggiato, a suo dire, anche tra le pagine del libro certe sue indubbie peculiarità come la chiarezza e il perfetto stile espositivo già evidenti in video. Trovo infatti che, da valente giornalista, riesca a cogliere i motivi centrali dell’argomento in questione e a porgerlo in modo esauriente e coinvolgente grazie anche, al contempo, di una dizione chiara e toni pacati e appropriati che facilitano l’attenzione degli utenti.
È stato molto piacevole per tutti noi presenti ascoltare la narrazione del libro, delle chiacchierate con caffè sostenute dall’autrice con sette donne (scelte in una lista iniziale di trenta) che, senza retorica, hanno raccontato il percorso da loro portato a termine per raggiungere individualmente i massimi obiettivi professionali. Le sette donne italiane, scelte perché trasmettevano particolari emozioni all’autrice, in ordine di presentazione nel libro sono: Elisabetta Belloni, la prima donna alla guida dei servizi segreti nazionali; la tuffatrice nostrana più famosa e medagliata di tutti i tempi, Tania Cagnotto; l’affermata stilista internazionale Elisabetta Franchi; la scienziata Gaia Pigino, apparsa per due volte sulla copertina prestigiosa rivista scientifica “Science”; la vice capo della Protezione Civile Italiana Titti Postiglione; la direttrice d’orchestra e pianista Speranza Scappucci, prima donna a dirigere l’opera alla Scala; l’avvocato Paola Severino, prima donna Ministro della Giustizia.
Queste sette vere leaders che, per prime, si sono fatte valere nel proprio campo facendosi largo tra torme di colleghi maschi vincendo i pregiudizi con competenza, coraggio, determinazione e passione. Ognuna di loro ha tracciato il percorso che le ha viste raggiungere il vertice nel proprio settore, non arrivando in cima al mondo ma al proprio mondo. La loro vittoria è arrivata perché non si sono poste limiti, ma non è stata certa una passeggiata. Basti guardare i dati Istat del 2019 riguardanti il nostro Paese per rendersene conto: solo nel 28% dei casi le donne occupano posizioni elevate guadagnando, in media, il 15% in meno degli uomini.
A loro, però, va aggiunta un’ottava: l’autrice. Tonia Cartolano ci ha infatti illustrato un po’ del suo percorso che somiglia, per molti versi, a quello delle altre sette. Con le medesime doti delle signore vincenti e pur partendo da un paesino del sud d’Italia, priva di appoggi e aiuti di sorta, è riuscita a diventare la giornalista di successo che aveva sempre sognato di essere. Ha sottolineato che questo risultato è frutto anche del fatto che non ha mai avuto altri interessi prioritari nella sua vita al di là di questo lavoro che l’ha sempre assorbita completamente. La Cartolano ha raccontato pure del bel rapporto che ha sempre avuto con Sky dove, al pari di altre colleghe, è stata ben accolta vent’anni fa. Lì, riconosciuti i suoi meriti, le hanno dato ampio spazio e possibilità di muoversi liberamente.
Attualmente, sempre sull’emittente privata fondata nel 1988 da Murdoch, conduce il programma quotidiano dalle sette di mattina “Buongiorno”, per cui ogni giorno feriale si alza alle quattro. Per arrivare a certi risultati, ha continuato la giornalista, ci vuole quella determinazione e quella tenacia quasi feroce che non l’hanno mai abbandonata. Prerogative caratteriali, queste, che sono una conditio sine qua non, in un paese come il nostro sempre abbastanza maschilista anche se da poco guidato da una donna come primo ministro per la prima volta nella sua storia, per le donne che intendano realizzare i propri sogni. L’opinione pubblica, infatti, continua a vedere la vita personale femminile prioritaria rispetto a quella professionale. Basti pensare a quanti chiesero all’astronauta Samantha Cristoforetti come facesse a stare per mesi nello spazio profondo lontano dai propri figli. La conclusione un po’ amara è che le donne che raggiungono i loro obiettivi faticano il doppio e pagano un prezzo maggiore per le loro conquiste a tutti i livelli rispetto ai loro colleghi.
Al termine di questa esposizione completa ed esauriente ho voluto esagerare e, forte dei buoni uffici del mio direttore, ho avuto l’ardire di tentare di intervistarla. Tentare è il termine giusto perché quando me lo sono trovata davanti, dato che lei si è gentilmente prestata, mi sono sciolto come neve al sole dato anche che le domande preparate riguardavano a grandi linee, gli argomenti appena esposti. Forse per colpa dei riflessi lenti per l’età avanzata non sono ricorso a quella faccia tosta usata in tante altre occasioni e non sono stato in grado di improvvisarne altre. In aggiunta ho assunto un atteggiamento titubante e imbarazzato che lei ha colto e gentilmente ignorato. Quindi le risposte, ben articolate come sempre, che Tonia Cartolano ha puntualmente fornito le terrò gelosamente per me, bel ricordo di questo bell’incontro. Sottolineo questa mia fragilità emotiva affinché funga da sprone per altre possibili occasioni, anche se non devo certo diventare un giornalista di professione essendo già arrivato nel luogo che mi spetta e a cui aspiro. Continuerò a guardare dal divano, in video Tonia Cartolano, ammirandola e cercando di imparare da lei qualcosa che possa migliorare questa mia ludica attività giornalistica. Per me è stata una lezione di giornalismo e di vita.
Dite che ho esagerato e non dovevo chiuderla così o addirittura nemmeno accennare a questa mia defaillance?
Forse avete ragione ma, come diceva la simpatica e procace Jessica Rabbit, “non è colpa mia, mi disegnano così“.
Visto che avevo ragione a premettere che quest’articolo era pieno di emotività?
Guido Martinelli