La settimana scorsa si è svolto, nella città che ha dato i natali a Galileo Galilei, il primo “Pisa Burlesque Festival”, presso il centro Balabiott. Per saperne di più abbiamo contattato Sara Russo, una delle organizzatrici.
Allora, Sara, ci racconti un po’ del vostro centro, di cui già ci occupammo dopo pochi mesi dall’apertura.
“Volentieri. Il Balabiott è un’associazione di promozione sociale con sede in via Piastroni 20 a Riglione (Pisa), attiva dal 2019. In questo spazio, che conduciamo insieme io e Annalisa Pardi, c’è una sala polifunzionale di 140 mq adatta a tutte le esigenze artistiche e ricreative. Grazie ad un bar sempre pronto ed efficiente si può dire che sia pure un ottimo luogo per incontrarsi e socializzare davanti ad una buona tazza di caffè e di tè”.
Mi sembra doveroso ricordare che siete entrambe laureate in materie letterarie e insieme avete registrato una precoce ma lunga e importante esperienza in campo teatrale, mentre Annalisa ha sviluppato anche un suo personale talento letterario con diverse opere pubblicate e premiate in ambito nazionale.
“Vero. Sa più cose lei di noi che noi di noi stesse (ride). Scherzo, è evidente che ha un’ottima memoria visto che si ricorda tutto questo dal nostro precedente incontro”.
Ovviamente. Nel frattempo ha seguito una cura specifica sulla memoria a base di gocce di Smemoril salvando così neuroni importanti in quest’attività e in questo incontro. Ma torniamo a noi. Quanti e quali corsi organizzate nel vostro centro?
“Corsi di teatro per ragazzi e adulti; burlesque per donne e, volendo, di boylesque per maschietti; scrittura creativa; dizione; yoga; ginnastica posturale e mindfulness. Vorrei sottolineare che, come forse lei saprà visto i suoi neuroni belli pimpanti…”.
Non è detto, potrebbero avere delle debolezze strutturali…
“Vedremo, ma per ora sembrano ben allenati (ride). Al di là degli scherzi vorrei specificare che, nel corso degli anni e in parallelo col nostro percorso teatrale, io a Annalisa abbiamo sviluppato un interesse sempre più crescente verso il burlesque attraverso una qualificata opera di formazione e successiva realizzazione di spettacoli di alto livello in ambiti non solo locali, fino ad arrivare alla realizzazione di questa nostra scuola”.
Come potrebbe definire il Burlesque?
“Un’arte performativa basata sulla scoperta del proprio corpo, per accettarlo e farlo diventare un’arte”.
Ha molti punti di contatto col teatro?”
“Certamente, perché l’artista deve comunicare un immaginario attraverso il proprio corpo e la propria espressività. Va subito chiarito che non è una forma di spettacolo trasgressivo, un po’ osée. Ci sono più nudità sulla spiaggia, al mare, che nei nostri spettacoli”.
È quindi altra cosa rispetto allo streep-tease?
“Senza dubbio, anche perché il burlesque non lo si fa per sedurre, e poi non è rivolto solo alle donne ma anche agli uomini che intendono cimentarsi. Lo considero un momento di ricerca di complicità femminile. Lo streep è serioso, diciamolo, e poi li vengono richiesti canoni di bellezza molto precisi e stereotipati. Invece, il burlesque è un inno all’inclusività, all’accettazione di tutti i corpi di ogni età e taglia”.
Quando nasce il burlesque?
“Le prime attestazioni sono del 1800 anche se all’inizio aveva a che fare con l’idea dello scherzo, della burla e della parodia, Nei primi del ‘900 inizia a prendere le vesti attuali”.
Quando arriva in Italia?
“Noi siamo sempre stati un po’ in ritardo a dire il vero. Le prime manifestazioni nel nostro paese si registrano a partire nel secolo scorso, all’incirca dagli anni ‘30 fino ai ‘50, subisce però una crisi negli anni ’60-‘70 anche per l’avvento della pornografia, per rinascere negli anni ‘90 anche in ambiti femministi, fino ad arrivare ai nostri giorni in cui forse comincia ad avere una sua accentuata visibilità e considerazione. Anche se i centri in cui s’insegna nel nostro Paese sono sempre limitati”.
Che tipi di corsi organizzate e quante allieve avete?”
“Noi abbiamo attivato tre tipologie di corsi: base, intermedio e avanzato. Lo frequentano, in tutto, una trentina di donne di ogni età. Il corso Base, iniziale, rivolto a chi vuol approcciarsi alla disciplina, si svolge ogni mercoledì dalle 20.00 alle 21.15”.
Che cosa insegnate?
“Il nostro è un percorso lungo in cui s’insegna a scoprire il valore espressivo del corpo, ad accettare i propri difetti, la presenza scenica, e ovviamente una tecnica che non è una danza coreografica di gruppo, ma un’arte solistica”.
Quanto dura, in scena, ogni singola esibizione?
“Circa cinque-sei minuti l’una”.
Ora che ci siamo chiarite le idee sull’argomento che stiamo trattando ci parli del “Pisa Burlesque Festival”…
“È stato il primo festival del genere mai organizzato in Toscana e abbiamo avuto tantissime candidature da tutto il mondo, comprese, per dire, persino Sudafrica e Australia. Alla fine abbiamo selezionato, ovviamente attraverso video, 29 artisti, di cui un uomo. Oltre a chi partecipava alla gara ci sono stati 4 ospiti: Russell Bruner, Vivi Velours, Alinda Miron e Lune de Nil”.
Le vincitrici?
“Erano divise in sei categorie e ognuna di esse ha avuto la sua degna vincitrice. Queen: la francese Nasty Von Trier; Best Act: la polacca Tula La Purr; Originalità: l’altra polacca Carmen Del Fuego; Best Costume: la francese Leonie Peony; Best Music: l’italiana. Rocio Boy Ton; Fluxosity: la sudafricana Scarl Lit Heatrs. C’è stato anche un premio speciale “Balabiott” conferito alle tre italiane Edith von Hammer, Blacky Valentine, Francky Lullaby. Il riconoscimento consisteva nella possibilità, per ognuna delle tre, di tornare ad esibirsi presso il nostro centro”.
Si è trattato, quindi, di un vero e proprio festival di ampio respiro internazionale che presumo abbia incentivato anche l’economia locale permettendo agli alberghi pisani di ospitare tutti questi artisti.”
“Senza dubbio. Voglio anche segnalare che durante il festival si è svolto uno work-shop condotto dagli artisti partecipanti”.
I prossimi spettacoli che metterete in scena?
“Il 2-3 dicembre prossimi si esibiranno le nostre allieve del corso avanzato e il tema delle serata sarà il cinema”.
Bene, brave balabiotte burlescone, complimenti davvero. Ho il sospetto che la nostra testata tornerà ad occuparsi delle vostre interessanti attività.
E per concludere con la solita citazione stavolta non può mancarne una tratta dal musical “Burlesque”, del 2010, diretto da Steve Antin. Nella bella e fortunata pellicola la nota cantante Cher, nelle vesti della proprietaria del locale “Burlesque lounge”, dice alla sua più giovane collega cantante, Christina Aguilera ,al debutto cinematografico nelle vesti di una ragazza vogliosa di cimentarsi in quest’arte: “Devi dimostrarmi che quel palco è tutta la tua vita e che nessuno potrà mai portartelo via”.
Mi pare un ottimo consiglio che credo possa essere applicato per qualsiasi altra attività.
Guido Martinelli
Foto di Gianni Mattonai