Non molto tempo fa mi trovavo in vacanza in Maremma quando, in una strada sterrata che portava al B&B dove risiedevo, fermai l’auto e spensi i fari per alcuni secondi. Fu una scena interessante: mia moglie rimase atterrita, per questo posi fine immediatamente al bizzarro esperimento, ma quello che colpì entrambi fu il buio assoluto, a cui non eravamo abituati. Per questo non mi ha sorpreso più di tanto leggere la notizia che, proprio da un telescopio collocato in Maremma, in una delle zone considerate più buie del nostro Paese, sia stato individuato un piccolo dettaglio che vagava nello spazio: la borsa degli attrezzi smarrita il 2 novembre da due astronaute poco fuori dalla Stazione spaziale internazionale.
A individuare la borsa, divenuta ormai un detrito nello spazio, è stato uno dei telescopi installati presso il Virtual Telescope Project di Manciano, in provincia di Grosseto. L’astrofisico Gianluca Masi, responsabile scientifico di VTP, spiega che “grazie alle straordinarie tecnologie e alle raffinate meccaniche impiegate, lo strumento ha puntato e inseguito perfettamente questo detrito, nonostante si spostasse nel cielo di circa un grado ogni tre secondi, peraltro di moto continuamente variabile”. Il borsone, un puntino luminoso che vaga nello spazio, nell’arco di pochi mesi entrerà nell’atmosfera e si disintegrerà, come avvenuto moltissime volte per altri detriti. Nulla di cui preoccuparsi.
C’è invece un’altra preoccupazione che ha spinto l’astrofisico Masi a lanciare su Change.org una petizione online: “Salviamo il cielo più stellato d’Italia, l’unico rimasto, dall’inquinamento luminoso“. Ma quali rischi corre il buio della Maremma? Si tratta di un progetto per realizzare un parco eolico, con tanto di luci di segnalazione (per motivi di sicurezza), che andrebbero ad alterare, inevitabilmente, la situazione attuale.
“Ben venga la realizzazione di impianti che convertano in energia la radiazione solare o la forza del vento, da me sempre sostenuti – spiega Masi nella petizione – ci aiuteranno a ridurre notevolmente i gas serra, ma credo che in questo caso sia stato prodotto un assoluto paradosso, per via della scelta del luogo: non se ne poteva scegliere uno peggiore, dal punto di vista dell’impatto ambientale”.
La zona di Manciano oltre ad essere particolarmente buia durante le notti ha un’altra peculiarità: è alla portata di tutti. Per trovare tali livelli di buio, infatti, spesso si deve salire in quota, anche oltre i 3000 metri. A Manciano no. Siamo a pochi km dal mare, ad un’altezza di circa 440 metri sul livello del mare, un luogo facilissimo da raggiungere. Basta alzare gli occhi al cielo e ammirare lo spazio infinito.
– La pagina Facebook del Virtual Telescope Project
Foto in alto: Nasa