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Dai pisani Fibonacci e Burgundio enormi passi avanti nella matematica e la medicina

- Cultura
4 Dicembre 2023

Pisa non è solo la Torre e la Piazza dei Miracoli. Nei secoli è stata capace di dare i natali a illustri personaggi che hanno fatto grande la scienza fin dai suoi inizi. E non si parla solo di Galileo Galilei (1564-1642), sicuramente il più famoso degli scienziati pisani, ma anche di altri due, la cui notorietà è inferiore ma che hanno fornito un apporto molto importante nei loro ambiti. Si parla di Burgundio da Pisa (1110-1193) e Leonardo Pisano detto Fibonacci (1170ca-1242ca).

Il secondo, forse il più grande matematico di tutti i tempi, viene celebrato il 23 novembre in quanto, leggendo la data al contrario, all’americana, si ha 11-23 che corrisponde ai primi numeri della sequenza che porta il nome del matematico pisano: la sequenza di Fibonacci, che vede il susseguirsi di numeri interi positivi in cui ogni numero è il risultato della somma dei due numeri precedenti: 1-1-2-3-5-8-13-21-34-55 e così via.

La successione di Fibonacci è descritta nel Liber Abaci del 1202, pietra miliare della matematica occidentale. A lui dobbiamo l’introduzione dei numeri come li conosciamo oggi e che hanno sostituito quelli romani. Fibonacci li conobbe in Algeria dove aveva seguito il padre in uno dei molti avamposti pisani nel Mediterraneo, a Béjaia (Bugia). Qui imparò il calcolo indo-arabo (“le nove figure degli Indiani”) stimolato dal padre Guglielmo, funzionario doganale del Comune di Pisa. Alle “nove figure” aggiunse il segno 0, che gli Arabi chiamano zefiro, e con queste dieci “figure” “si scrive qualunque numero”, scrive il Fibonacci nel Liber Abaci.

Cosa accomuna questi due personaggi? I viaggi sulle rotte dei commerci pisani che spaziano nel Mediterraneo e in Oriente: Egitto, Siria, Costantinopoli, Grecia, Sicilia, Provenza, il Fibonacci. Burgundio invece lo troviamo a Messina, Napoli, Gaeta, ma soprattutto a Costantinopoli. Studioso di diritto e della lingua greca diventerà famoso come traduttore non solo di opere giuridiche, filosofiche e teologiche, ma anche per aver tradotto l’immensa produzione medica di Galeno tanto da far diventare Pisa “il centro più importante per i traduttori occidentali durante l’Alto medioevo-accanto alla capitale greca Costantinopoli”.

Sepolto nella chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno una lapide celebra la sua fama ricordando come “tutto ciò che è nato sulla terra, sotto il sole, tutto ciò che può essere conosciuto, egli lo conobbe perfettamente. (…) Modello degli scrittori, a lui furono note la letteratura greca, la letteratura latina, l’arte medica, triplice sapienza”.

A proposito dell’arte medica Burgundio contribuì ad ampliare la conoscenza delle opere di Galeno che erano alla base dell’insegnamento nelle scuole di Montpellier, Parigi, Bologna e Padova.

Da Pisa, dunque, arriva la moderna matematica e si ampliano le conoscenze mediche. A Burgundio sono state dedicate delle giornate di studio ed è possibile, attraverso alcuni pannelli nel Centro Congressuale dell’ex Monastero delle Benedettine dell’Università di Pisa, fare un viaggio nel tempo (fino al 15 gennaio 2024) “lungo le molte vie che arricchirono l’Occidente latino medievale, la sua scienza e la sua filosofia, eppure ancora presente”. Viaggio che accomuna Burgundio a Fibonacci, festeggiato anche con una mostra “Pisa e il Mondo Arabo” allestita all’Archivio di Stato, Palazzo Toscanelli, Lungarno Mediceo, visitabile fino al 23 gennaio 2024 e che sta a testimoniare la circolazione delle conoscenze del sapere attraverso i legami tra molte città del mondo arabo e l’Occidente cristiano.

Andrea Bartelloni

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