Italia, 1938, gli ebrei vengono allontanati da posti pubblici statali e parastatali, scuole, università, ospedali. “Le leggi razziali furono provvidenziali per me, – dice Primo Levi- ma anche per gli altri: costituirono la dimostrazione per assurdo della stupidità del fascismo. Le leggi razziali erano il sintomo di una carnevalata: si era ormai dimenticato il volto criminale del fascismo (quello del delitto Matteotti, per intenderci): rimaneva da vederne quello sciocco”.
Firenze, 2024. Un gruppo di dipendenti dell’ospedale pediatrico Meyer chiede le dimissioni del presidente della Fondazione Meyer, Marco Carrai, che – questo è il suo grande peccato – è anche console onorario di Israele. La storia si ripete? Forse, non proprio nelle stesse dimensioni tragiche ma con delle similitudini inquietanti.
Carrai è accusato di essere console onorario di uno Stato che è in guerra e che, sicuramente, come in tutte le guerre, provoca vittime che sono sicuramente innocenti. Ma si dimentica che Israele ha risposto ad un attentato terroristico vile e disumano. Chi accusa Carrai? Sanitari per Gaza Firenze, Cub sanità, Comitato Io non ci sto, Comunità palestinese, Assopace Palestina, Associazione amicizia italo palestinese, Arci Città visibili, Medicina democratica. Queste sigle hanno promosso anche una raccolta di firme per allontanare Carrai dalla Fondazione.
Sono sconvolto e amareggiato di questi fomentatori di odio – fa sapere Carrai -. Mi rammarico che a parte alcuni esponenti del centrodestra nessuno abbia sentito la necessità di intervenire lasciandomi solo. Di solitudine si può anche morire. Mi rammarico che l’Imam di Firenze non senta la necessità di intervenire e dire a tutti basta questa campagna di odio contro colui che ci ha aiutato per trovare la moschea, contro colui che si sta adoperando per far curare i bambini palestinesi al Meyer. Mi rammarico che questi odiatori non una parola abbiano detto contro le donne stuprate da Hamas, i bambini rapiti e decapitati. Non una parola. Le mie parole sono sempre le stesse: le guerre sono tragiche e non dovrebbero mai accadere, ma c’è Hamas, una organizzazione terroristica che ha fatto un atto terroristico contro gli Ebrei e Israele che sono la stessa cosa. E chi non lo sa non conosce la storia del popolo ebraico e la sua persecuzione. Non capisce che necessitiamo di fermare Hamas, allo stesso modo in cui dovemmo fermare
Hitler e l’Isis e che occorre agire per creare due Stati e due popoli in sicurezza. Anche per la stessa sicurezza dei Palestinesi, che sono vittime di Hamas. E per gli Ebrei che neppure a casa si possono sentire sicuri. La storia si ripete sempre. Inizia dal colpire i simboli e dal lasciarli soli, poi finisce come sappiamo”. (La Nazione, 25 gennaio 2024).
La memoria è sempre più importante da coltivare. Speriamo che, visto il periodo, si tratti di una carnevalata, anche se nel 1938 fu un carnevale tragico.
Andrea Bartelloni
Foto: Partito dei CARC (Facebook)