A cento anni esatti dal rapimento e dall’assassinio di Giacomo Matteotti l’Università di Pisa, la Domus Mazziniana e il Comitato Pisano per la storia del Risorgimento e dell’età delle rivoluzioni lunedì 10 giugno ricordano il politico socialista a partire dalle 17.00 presso la Domus Mazziniana (via Massimo d’Azeglio 14 – Pisa).
Matteotti viene rievocato in un percorso coordinato dal CIDIC – il centro per l’Innovazione e la diffusione della Cultura, dell’Università di Pisa e dalla Domus Mazziniana – che ha visto nel corso degli ultimi due anni coinvolti cittadini, studiosi e scuole, dalla pubblicazione da parte della Pisa University Press dei 5 volumi Matteotti si racconta, alle presentazioni al Pisa Book Festival e al Festival Più libri più liberi di Roma, dalla mostra Matteotti un ritratto per immagini, curata dal Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della morte di Giacomo Matteotti e dalla Fondazione di studi storici Filippo Turati, ospitata al Museo della Grafica, alla Serata Matteotti con Valentina Lodovini e Aldo Cazzullo al Teatro Nuovo e alla drammatizzazione dell’ultimo discorso di Giacomo Matteotti e della corrispondenza con la moglie Velia Titta da parte delle studentesse e degli studenti dell’IPSIA “Matteotti” di Pisa.
Lunedì 10 a parlare di Matteotti sarà il professor Enzo Fimiani, docente di storia contemporanea all’Università di Gabriele D’Annunzio di Chieti-Pescara, che presenterà in anteprima nazionale il proprio volume “Un’idea di Matteotti un secolo dopo” (Bologna, Marianetti 1820, 2024). Il libro ripercorre la vicenda di Matteotti e della sua uccisione in modo non rituale. Il delitto è solo un punto di partenza per reinterpretare la figura di Giacomo Matteotti. L’obiettivo, ambizioso, è decostruire il mito per ricondurlo alla storia e alle sue molteplici variabili; “normalizzare” la sua uccisione togliendole la patina di evento eccezionale, non per fare opera di deminutio bensì per inserirla in contesti più ampi e complessi; riflettere, infine, sullo strano destino politico di Matteotti, icona del Novecento, ma, per certi versi, cattiva coscienza delle contraddizioni e dei cortocircuiti di tutte le famiglie politiche del secolo, nella “sua” sinistra come nelle destre. Se Matteotti, infatti, venne ucciso dai fascisti, non era certo amato dai comunisti. Ecco cosa disse Gramsci di Matteotti, dopo la sua tragica morte: “Cavaliere del nulla, combattente sfortunato ma tenace fino al sacrificio di sé, di un’idea la quale non può condurre ad altro che ad un inutile circolo vizioso di lotte e di sacrifici senza via d’uscita”.
A discutere con Enzo Fimiani saranno Emanuela Minuto, docente di storia contemporanea al Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa, studiosa dei movimenti democratici tra ‘800 e ‘900 e Sheyla Moroni, dell’Università di Firenze, dove insegna Public History e Storia sociale e culturale e che si occupa dei populismi fra XIX e XX secolo e della storia del socialismo italiano.
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