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Siamo tutti Ibrahima Dieng, basta con la melma del razzismo

- Cronaca
14 Luglio 2024

Alcuni giorni fa Ibrahima Dieng, senegalese di 46 anni detto Ibra, da venti residente a Pisa, presidente dell’Unità migranti della città della Torre, è stato vittima di una grave aggressione mentre si trovava davanti alla sua casa di Putignano. Come ha scritto La Nazione è stato preso a schiaffi e minacciato con pesanti frasi razziste, da un uomo che era sceso da una macchina, una Bmw scura, e lo ha minacciato con una spranga di ferro. Viene da chiedersi perché? Per il colore della sua pelle? Sembra strano, purtroppo invece la pista del razzismo (magari innescata da una banalissima discussione legata alla viabilità) sembra quella più accreditata.

“Stavo tornando a casa in bici – ha raccontato Ibrahima al Tirreno –. Ero appena arrivato, quando mio figlio mi è venuto incontro. E proprio in quel momento, mentre salutavo il bambino, un’auto, una Bmw scura, guidata da un uomo con una donna accanto mi è venuta addosso. D’istinto ho chiesto spiegazioni ed è scoppiato l’inferno”. Che sia stata un’aggressione premeditata? Agli inquirenti il compito di accertare i fatti.

Ecco come l’aggressore (a quanto pare identificato) si sarebbe rivolto al senegalese: “Imbecille non puoi stare in mezzo alla strada. Negro di m…”. Poi gli avrebbe dato uno schiaffo sul viso e, dopo aver aperto la bauliera, ha preso una spranga e ha minacciato Ibra e i suoi familiari. Prima di andarsene gli avrebbe detto: “Ricordati, io abito qui in zona e ti farò un c… così”.

Episodio triste e davvero squallido, che denota come purtroppo vi siano ancora, nel nostro Paese, sacche di razzismo violento e vergognoso. Immediata la solidarietà espressa a Ibra da tutta la città, in primis dal sindaco di Pisa, Michele Conti: “Esprimo la mia più sentita solidarietà e quella della città di Pisa al presidente dell’unità migranti Ibrahima Dieng per l’aggressione subita a Putignano. Non ci può essere spazio per episodi di razzismo nella nostra città. Avremo modo di ascoltarlo in consiglio comunale lunedì ed esprimere vicinanza per l’accaduto a un cittadino di Pisa integrato da più di vent’anni”.

Tantissime persone hanno cercato Ibra per manifestargli la propria vicinanza e amicizia. Bene così. Il marcio della società non ha ancora preso il sopravvento, gli anticorpi allo schifo del razzismo sono vivi.

“Pisa è la città che mi ha dato il presente e il futuro in Italia – racconta Ibrahima a Pisa Today -. È il posto che mi ha accolto come un figlio e che ha saputo abbracciare anche tutta la mia famiglia. Non la riconosco nella persona che mi ha aggredito senza alcun motivo”. Belle le parole di Ibra. Ma ora, cari pisani, dopo la solidarietà (doverosa) manifestata a quest’uomo, dovete fare uno sforzo in più: non lasciatelo solo, stategli sempre vicini. Perché la feccia umana potrebbe tornare a farsi viva.

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Giornalista.

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