Il Ponte del Diavolo sul Serchio in secca

- Angoli da scoprire
29 Luglio 2024

Fa un certo effetto vedere le immagini del mitico ponte della Maddalena (meglio noto come ponte del Diavolo), a Borgo a Mozzano (Lucca), senza acqua al di sotto. La siccità per fortuna non c’entra nulla e nemmeno l’intelligenza artificiale (per un fotomontaggio). L’invaso è stato svuotato per alcuni lavori programmati da parte di Enel Green Power, per la manutenzione e il potenziamento degli impianti idroelettrici sul fiume Serchio e il torrente Lima.

Nulla di grave, dunque, anche se le immagini che circolano sul web fanno una certa impressione. Chi in questi giorni si trovi a passare lungo la statale del Brennero o la provinciale Lodovica, lambendo il ponte, potrà assistere a questo scenario inedito, con il fiume quasi del tutto scomparso (c’è solo un rigagnolo d’acqua).

Già nelle estati del 2020, del 2021 e del 2022 per alcuni lavori analoghi il fiume era stato svuotato.

La leggenda

Secondo la leggenda che si tramanda da secoli il ponte sarebbe stato costruito da San Giuliano, che però non riuscì a completarlo per alcune difficoltà. Per riuscirvi chiese aiuto al diavolo, promettendogli in cambio l’anima del primo uomo che avrebbe attraversato il ponte. Il diavolo accettò e in poco tempo il ponte fu terminato. Arrivò dunque il momento di mantenere la promessa. A quel punto san Giuliano provò ad ingannare il diavolo in questo modo: portò sul ponte un animale (un cane, o un maiale) per fare in modo che il primo essere vivente a passare sopra il ponte non fosse un essere umano. Il diavolo non la prese bene e, con un potente colpo di coda, tentò di distruggere il ponte, ma riuscì a colpire solo una pietra.

Foto: Da X @mariamirto5

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Un fiume unisce la Toscana e rappresenta il modo di vivere forte e intraprendente del suo popolo. L'Arno.it desidera raccontarlo con le sue storie, fatiche, sofferenze, gioie e speranze. Senza dimenticare i molti toscani che vivono lontani, o all'estero, ma hanno sempre nel cuore la loro meravigliosa terra.

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