55 views 6 min 0 Commenti

Spadolini trent’anni dopo

- Cultura
4 Agosto 2024
Sulla tomba dello statista nel cimitero delle Porte Sante è stata deposta una corona di alloro

Trent’anni fa moriva il senatore Giovanni Spadolini, giornalista, storico e politico. In suo ricordo è stata deposta una corona di alloro sulla tomba, ospitata nel cimitero delle Porte Sante a San Miniato al Monte (Firenze). Sulla sua lapide, nel rispetto dei desideri di Spadolini, c’è scritto “un italiano”.

Ad aprire le celebrazioni il Gonfalone della città di Firenze, alla presenza del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, dell’assessora all’Educazione del Comune di Firenze, Benedetta Albanese, della Magnifica rettrice Alessandra Petrucci, e il capogruppo Pd in Palazzo Vecchio, Luca Milani.

“Porto il saluto della città di Firenze – ha detto l’assessora Benedetta Albanese – per quello che è un anniversario importante rispetto ad una persona che ha fatto la storia della nostra città. Firenze e la Toscana erano per lui una “patria dell’anima. Spadolini era un ragazzo fiorentino, che ha studiato e si è formato nelle nostre scuole. Basti pensare che all’ingresso del Liceo Classico Galileo c’è una targa che lo ricorda. Un legame, quello con la sua città natale, che celebriamo oggi ricordandolo come uomo politico che ha saputo fare la storia del Paese, ma che ha anche vissuto intensamente il proprio territorio, e per le nostre strade ha formato il suo pensiero di storico e di politico. La Giunta Comunale presenzia oggi questa cerimonia per ricordare sia l’uomo politico nazionale che il fiorentino, consapevoli che il suo insegnamento non si è perso mai, ma che, anzi, si perpetua nell’ispirazione che ha saputo generare in chi si trova ad amministrare la cosa pubblica. Un esempio per tutti noi”

“Ringrazio l’Università e tutte le istituzioni qui presenti che nel corso di questi 30 anni hanno dato un significato particolare alla figura di Spadolini – ha detto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani -. Un uomo profondamente attaccato alla città, che ha al contempo avuto un profilo nazionale e internazionale tali da segnare la nostra storia. Primo sbocco proprio nell’attività universitaria, nell’insegnamento. Spadolini è espressione della specializzazione nella cultura, è l’uomo che riesce a scrivere un libro in tre ore mentre è in viaggio verso Roma. Tante saranno le pubblicazioni dedicate alla città di Firenze e al Risorgimento, che rimangono un punto di riferimento per chi deve attingere a degli studi particolari. Storico proiettato su Firenze, sull’Italia, ma fortemente calato nell’attualità, in veste di direttore di due delle principali testate d’Italia, lo Spadolini giornalista è graffiante e oggettivo, sempre animato dal suo spessore culturale. Balza agli occhi della politica nel momento in cui la gestione pubblica deve ritrovare limpidezza e credibilità. Ugo La Malfa lo inviterà ad entrare nel Partito Repubblicano, portandolo a livelli inattesi. Spadolini diventa così un riferimento politico, l’uomo della mediazione, della laicità, il primo presidente del Consiglio non democristiano nella storia della Repubblica. Sarà quel presidente del  Consiglio – e poi del Senato – capace di dare all’Italia un profilo di grande prestigio al cospetto degli Stati esteri”.

“Ricordo Spadolini come un grande Professore del nostro Ateneo – ha commentato la rettrice Alessandra Petrucci -. Il trentennale della sua morte coincide con il centenario del suo Ateneo. La sua figura è stata un riferimento anche nell’ambito dell’insegnamento. I suoi allievi lo ricordano ancora e questa è una delle soddisfazioni che lui avrebbe preferito. Spadolini era infatti un uomo di estrema umanità: sapeva mettere a proprio agio le persone, insegnare la disciplina e saper essere rigorosi, ma anche saper accettare e accogliere. Per lui la lotta per la politica era inseparabile dalla lotta per la cultura.”

A chiudere la cerimonia è stato il saluto della nipote Maria Donata Spadolini, che ha parlato a nome della famiglia: “Ringrazio a nome della famiglia tutte le persone che sono qui oggi. La famiglia è presente numerosa, con la dolorosa perdita di mio fratello Guido. Se siamo tutti presenti oggi è perché Giovanni è stato un grande zio, che ha influito nella vita di tutti noi come figura di riferimento, e che ci ha insegnato il rispetto per le istituzioni e per la Costituzione, che tutt’ora ci impegniamo a trasmettere ai nostri figli e nipoti.”

Cosimo Ceccuti, presidente della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, ha concluso la cerimonia ricordando alcune iniziative, a cominciare dalla mostra storico documentaria su “L’Italia di Giovanni Spadolini” di cui ad ottobre si aprirà la seconda esposizione “Lo storico e il giornalista”. Ha ricordato poi l’attività della fondazione in questi 30 anni, che proseguirà nel futuro. Il 1925 segna il centenario della nascita del professore fiorentino, con un progetto volto ad una maggiore apertura alle istituzioni culturali, internazionali e alle Università di altri Paesi che operano in Toscana.

Condividi la notizia:
Articoli pubblicati: 2

Un fiume unisce la Toscana e rappresenta il modo di vivere forte e intraprendente del suo popolo. L'Arno.it desidera raccontarlo con le sue storie, fatiche, sofferenze, gioie e speranze. Senza dimenticare i molti toscani che vivono lontani, o all'estero, ma hanno sempre nel cuore la loro meravigliosa terra.

Lascia un commento