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È di creta l’amore sognato da Marco Cornini

- Cultura
7 Agosto 2024



Corpi femminili sensuali eppure sfuggenti sono presentati da Marco Cornini per evocare un “amore sognato”, come ci spiega lo stesso titolo della mostra (esposta fino al 9 agosto) a Palazzo Binelli a Carrara. Materiale d’eccezione la creta, lavorata dando risalto a linee a volte lasciate sporche, chiamate apparentemente a contrastare con la morbidezza della pelle rappresentata in un ossimoro che dà nuovo slancio alla forma. I corpi rispondono al perfetto ideale maschile di donna (il sottotitolo ad alcune di queste opere potrebbe essere “come tu mi vuoi”, in linea dunque con un sogno personale più che condiviso): succinte sottovesti o abiti leggeri sfiorano forme con proporzioni poco generose nei confronti di chi scolpita non è, mentre le pose non vogliono distaccarsi da un vocabolario già noto.

Non è dunque l’aspetto più spiccatamente erotico che colpisce (almeno non una donna) ma è proprio quella ruvidezza, è il colore che gioca tra toni squillanti e gradazioni delicate, la vacuità o incertezza degli sguardi femminili e le posizioni di attesa di queste figure pressocché nude e per lo più isolate che sembrano talvolta interrogarsi sul futuro, talvolta non trovare nella realtà rispondenza ai loro desideri di donne. Poetiche nel loro slancio plasmato nella terracotta sono le coppie, rappresentate nell’unione di un matrimonio, di un abbraccio in equilibrio precario o serenamente allo specchio, di un affaccio su un mondo-pubblico oltre il balcone di una casa-intimità condivisa.


La mostra, a cura di Daniele Lucchesi e Simona Zava, presenta trentatre opere di grandi, medie e piccole dimensioni, in terracotta e in bronzo dell’artista milanese diplomato nel 1988 in scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera, che oggi si divide tra il capoluogo lombardo e Pietrasanta, città che ha ospitato due anni fa l’esposizione “Wonder in love”.

Ilaria Clara Urciuoli

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