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Con Schiaccia a briglia sciolta: ricordo del mitico “Adesivo” Sergio Javarone

- Sport
11 Agosto 2024

MI fa piacere ricordare un amico nonché storico ultras della Curva Nord del Pisa, con cui ho condiviso tante avventure al seguito dei nostri amatissimi colori nerazzurri, tragicamente scomparso quasi 40 anni fa, il 13 agosto 1985, in un grave incidente sulla variante di Livorno. Parlo di Sergio Javarone, da tutti conosciuto come “Adesivo” per la passione che aveva nel proporre nuovi sticker (adesivi) dedicati al Pisa.

Suo fratello Giorgio miracolosamente si salvò da quel terribile incidente, ma come mi ha detto qualche giorno fa “da quel maledetto giorno la mia vita è cambiata radicalmente, non ho più festeggiato neanche il mio compleanno”. Un dramma. Quando Sergio perse la vita io mi trovavo in vacanza a Norcia, nel paese di mio nonno, in Umbria, e rimasi incredulo e sconvolto dalla notizia.

Sergio Javarone

Ricordo che ogni volta che Sergio faceva ingresso in Curva, per lui si alzava il coro: “OH ADESIVO, ADE, ADE, ADE, ADESIVO OH”. Sergio era nato a Pisa, come il fratello Giorgio, da babbo Enzo, romano, militare di professione, e Bruna Billi, casalinga, originaria di Fucecchio. La famiglia abitava nel quartiere di Pratale, dove mio nonno, Ermenegildo, aveva una piccola bottega nella quale, da buon norcino, vendeva salsicce e carne di maiale e da cui anche la mamma di Sergio si serviva. Io e Sergio ci frequentavamo allo stadio, in Curva nord e a “Radio Scalino”. Tra noi nacque un’amicizia vera e nel 1979, il sottoscritto, Adesivo, ed altre persone, fra cui ricordo i capi, i fratelli Claudio e Massimo “Topino” Barbieri, con Massimo Di Paco detto “Bandiera“, Maurizio Armani detto “Tubi” (per il suo mestiere di idraulico), Alberto Pirovine detto “Vinazzani“, “Salsiccito” Lenzi, Riccardo Tamagno detto semplicemente “il Tama“, mettemmo 10.000 lire ciascuno per realizzare lo striscione dei “Rangers 1979” con tanto di tessera associativa.

La nascita dei Rangers avvenne dopo alcuni gravi incidenti che si erano verificati in una precedente trasferta a Como. Inizialmente avemmo alcune difficoltà perché gli altri ultras, che avevano nel frattempo creato “GLI ANGELI DELLA CURVA NORD”, non accettavano di buon occhio la nostra “scissione” e ne nascevano discussioni continue, ragion per cui ci collocammo nel lato della Curva vicino alla Gradinata.

Io ed “Adesivo” eravamo parte attiva del gruppo, ci occupavamo, ad esempio, dell’acquisto dei fumogeni prima di ogni gara, sia in casa che in trasferta. Li andavamo a prendere in una ditta di Ponsacco, mentre altri di noi, come “Bandiera”, il “Tama” e i fratelli Barbieri, si incaricavano di mettere gli striscioni, i tamburi o di fare le coreografie.

Un giorno ci sparirono dei tamburi. Era la vigilia di una gara di Serie A con l’Udinese, che si giocava di domenica. Qualcuno di noi ebbe la pensata di appendere i tamburi in curva il sabato. Io e Sergio lo avevamo sconsigliato, visto che a quel tempo i furti di materiale del tifo fra tifoserie avversarie era molto frequente. Bene, la domenica mattina vado allo stadio per mettere gli striscioni e “Tubi” mi viene incontro: “Schiaccia, reggiti forte…” ed io: “Non mi dire che hanno rubato i tamburi perché mi inc…”. Purtroppo era proprio così, ed allora iniziarono gli appostamenti e le ispezioni presso gli stadi vicini. Un gruppo di noi andò a Lucca, io ed “Adesivo” a Livorno ma non trovammo niente.

Quando le speranze sembravano svanire, io, andando a fare un giro ad Arezzo, notai i nostri tamburi. Da solo e in treno non ce la facevo a riprenderli, quindi, tornato a Pisa, lo dissi agli altri e, con due macchine, alle 11 di una sera partimmo alla volta della città della Chimera. Arrivati là due di noi entrarono dentro lo stadio e recuperarono i tamburi ma nel frattempo arrivò la polizia. Io ero nascosto con Sergio Javarone e per far vedere ai poliziotti che mi “arrendevo”, essendo con lui dietro le scale esterne della Gradinata, tirai fuori un fazzoletto, ma un poliziotto non la prese bene e mi strattonò a terra. Morale della favola, ci portarono in questura e alle 3 di notte, dopo avergli spiegato la situazione, ci rilasciarono. Per fortuna all’epoca non c’era il Daspo, altrimenti lo avrei preso diverse volte. Come se non bastasse al ritorno, alla curva di Caprona, finimmo anche fuori strada con la macchina del “Tama”, meno male non ci facemmo niente di male.

Prima di morire Sergio diede vita al gruppo degli Sconvolts, il cui mitico striscione campeggia tuttora in Curva Nord.

Quando venni a conoscenza della tragica scomparsa di Sergio per me fu un duro colpo, venne a mancare un importante punto di riferimento oltre che un grande amico. Tutta la città, in quel momento terribile, si strinse attorno ai familiari, e la Curva Nord fece uno striscione con scritto “SERGIO, VIVERE NEI NOSTRI CUORI NON È MORIRE“. Di recente sono scomparsi anche la mamma Bruna e il padre Enzo. È rimasto solo il fratello Giorgio, che si è formato una famiglia ed ha una compagna eccezionale e due figli, Stefano e Simone, che sicuramente sono stati decisivi nel fargli superare certi momenti alquanto dolorosi.

Striscione della Curva Nord ricorda Sergio Javarone

In me resta il ricordo di un grande amico e di un personaggio, che sicuramente ha fatto la storia del tifo nerazzurro di inizi  anni 80. Mi fa piacere ricordarlo a memoria anche delle nuove generazioni, perché se oggi in Curva Nord campeggia quello striscione “Rangers 1979” si sappia che uno dei padri fondatori è stato il mitico Sergio Javarone detto “Adesivo”. Per me l’amicizia con Sergio resterà sempre un punto fermo nel mio percorso di tifoso nerazzurro e lo sarà altrettanto in tutti quelli che lo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene.

Maurizio Ficeli

Foto gentilmente forniteci da Giorgio Javarone 

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