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Sport, non solo Olimpiadi. Come va al livello di base?

- Primo piano, Sport
15 Agosto 2024

Il grande, stupendo, maestoso spettacolo olimpico televisivo parigino che ha tenuti avvinti sul divano per due settimane miliardi di persone si è ormai concluso. I nostri atleti, presenti in gran numero, si sono ben comportati portando a casa una quarantina di medaglie di cui ben dodici dorate che hanno issato la nostra nazione al nono posto del medagliere che si basa sui successi, e al settimo per il numero complessivo di medaglie. Nel quadro interno delle medaglie azzurre la Toscana risulta la seconda regione con ben undici medaglie di cui quattro d’oro, con tre atleti vincitori da soli o in coppia e tre componenti dello stupendo team femminile di volley consacratosi campione olimpico con grande merito dietro la saggia guida del grande Julio Velasco.

Un bottino superiore a quello finale di nazioni come il Portogallo, la Serbia, l’Austria, la Svizzera, la Turchia, e tante altre. Insomma, la Toscana ha atleti e tecnici d’élite che portano in alto il nome della regione in cui sono nati. Ma noi ci siamo domandati: come va la pratica sportiva di base nella nostra regione? Per saperne di più abbiamo sentito il presidente pisano di un ente di promozione sportiva, il Csi (Centro Sportivo Italiano), che dal secondo dopoguerra si occupa essenzialmente di promuovere l’attività motoria e sportiva di base: Alfonso Nardella.

Come dico sempre a tutti, si presenti…
“Mi chiamo Alfonso Nardella, ho 63 anni, sono laureato in Medicina e chirurgia, e ricopro il ruolo di presidente territoriale del Comitato CSI di Pisa da oltre 20 anni. All’interno dell’associazione sono pure membro della Direzione Regionale CSI Toscana, e faccio parte della Presidenza Nazionale CSI in qualità di referente nazionale Legalità e Servizio Civile”.

Ci parli brevemente dell’attività del CSI…

“Il CSI è un’organizzazione non a scopo di lucro, principalmente fondata sul volontariato, riconosciuta quale ente di promozione sportiva ed associazione di promozione sociale, che promuove lo sport come momento di educazione, di crescita, di impegno ed aggregazione sociale, ispirandosi alla visione cristiana dell’uomo nel servizio alle persone e al territorio. È ente accreditato per la formazione. Tra gli EPS è quello più capillarmente diffuso sul territorio nazionale, conta infatti oltre 140 comitati provinciali e 20 regionali. In Italia conta più di 13.000 società affiliate ed oltre 1 milione e trecentomila tesserati. Il comitato pisano, con le sue 240 società affiliate e 23.000 tesserati si colloca all’undicesimo posto della graduatoria nazionale. A Pisa e provincia indice ed organizza campionati e tornei di diverse discipline: il calcio a 5 la fa da padrone, ma importanti sono anche la pallacanestro, la pallanuoto, il tennistavolo, la pallavolo, l’atletica. Organizziamo anche corsi di diverse attività fisiche, tra questi quello di ginnastica per adulti/anziani è sicuramente un fiore all’occhiello vantando oltre 200 iscritti. Importantissima è anche la sua azione sociale: attività con diversamente abili, centri estivi, manifestazioni ludiche”.

Quanti sono gli enti di Promozione Sportiva nel nostro paese e che rapporto hanno col Coni e con il mondo della scuola?

“Gli EPS sono attualmente 15, tutti riconosciuti dal CONI e Sport e Salute, la nuova azienda pubblica che ha sostituito dal 2018 la CONI Servizi SpA. Non posso parlare per gli altri, noi abbiamo buoni rapporti con entrambi, come con il Ministero dello Sport, con quello del Lavoro (visto che dal 1° luglio 2023 è entrata in vigore la Legge sul Lavoro Sportivo), e pure con quello dell’Istruzione e del Merito. Relativamente a quest’ultimo il CSI è accreditato a proporre corsi sulla piattaforma ‘Sofia’, motivo in più perché abbia ottimi rapporti col mondo scolastico”.

Dal suo osservatorio come valuta la situazione della pratica sportiva di base della nostra regione e della nostra città?

“Direi in generale eccellente, coinvolgente ogni fascia d’età e senza grosse differenze tra i praticanti maschili e femminili. Per quanto riguarda i diversamente abili, credo che l’azione del CIP Comitato Italiano Paralimpico, abbia sicuramente dato maggiore impulso al movimento sportivo di livello. Penso, invece, che ancora molto si debba fare per coinvolgere veramente tutti, partendo dall’abbattimento delle barriere architettoniche che precludono l’accesso in moltissime strutture sportive. Vorrei anche approfittare per porre una riflessione più ampia sulla dicotomia sport – attività fisica, due mondi paralleli; il primo fa dell’agonismo il suo punto di forza, la seconda cura di più l’aspetto salutare e preventivo. Per cui, a mio avviso, contrariamente a quello che viene detto non fa bene ‘fare sport’ ma fa bene ‘fare attività fisica’.

Nel complesso, ritiene che nella nostra regione e nella nostra città la pratica sportiva sia aumentata o diminuita da quando è presidente?

“È sicuramente aumentata in generale, con un calo degli sport di squadra e un aumento di quelli individuali, che pare lo specchio anche della pratica sportiva nella società attuale”.

Com’è la situazione regionale e pisana degli impianti sportivi?

“Direi che la situazione regionale è a macchia di leopardo. Sicuramente la nostra città mostra una carenza numerica e strutturale di impianti. Manca spesso la volontà politica di lavorare per aree vaste tra amministrazioni pubbliche di territori limitrofi. “Nel mio Comune faccio l’impianto A”, “anch’io nel mio” dice quello vicino. Il risultato sono due impianti A quando ne poteva servire solo un A per entrambi e poteva essere realizzato un B”.

Quali sono gli sport che vengono più praticati e quali, invece, che dovrebbero essere maggiormente sostenuti per migliorare la situazione attuale?

“Il calcio, in tutte le sue declinazioni, (5, 7 e 11), è sempre quello più praticato tra quelli di squadra; in quelli individuali il nuoto, ma qui gli equilibri si spostano col principio dell’emulazione, a seconda dei risultati ottenuti dai nostri atleti di spicco; basta vedere, ad esempio, gli attuali successi di Sinner che spingono, ora, tutti a praticare il tennis. Non è giusto pensare di sostenere un determinato sport rispetto ad un altro, piuttosto deve essere sostenuta la cultura sportiva nel suo complesso”.

Come vi muovete, sia voi che gli altri enti, per sostenere e migliorare la pratica sportiva della nostra regione?

“Riprendo l’appena citata ‘cultura sportiva‘: questa va sicuramente ampliata negli orizzonti e nei concetti dato che l’Italia è fanalino di coda in questo. Importante, poi, è aiutare le società sportive a districarsi nei problemi burocratici; prima poteva bastare un buon tecnico, ora serve anche un buon impianto amministrativo”.

È ottimista o pessimista per il futuro?

“Non posso che essere ottimista, sennò non farei con passione e dedizione il dirigente sportivo”.

Ringraziamo il nostro preparato e attento interlocutore consci che l’intera tematica meriterebbe più spazio e tempo per approfondirne i tanti aspetti che la caratterizzano ripromettendoci di ritornare sull’argomento. Intanto, concludiamo questo felice incontro ricordando che l’aspetto più importante dell’attività fisica e sportiva di qualsiasi livello è il gioco. E prendendo in prestito una frase della grande canoista Josefa Idem, non possiamo non affermare che “deve essere una costante, quando viene a mancare è l’ora di smettere”. Giochiamo tutti, allora, come e quando ci pare, e non per conseguire onori e allori, ma per vivere meglio la nostra esperienza terrena.

Guido Martinelli

Foto in alto: Csi Pisa (Facebook)

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