Sono due le promesse che disattendo regolarmente: non riesco a stare a dieta e vado a Cittadella per vedere il Pisa. Malgrado giuri tutti gli anni che sarà l’ultimo rieccomi sugli spalti del Tombolato, vero feticcio di chi ogni maledetta domenica sacrifica il poco tempo libero per assistere a spettacoli incomprensibili ai piu, con l’appeal di una zucchina bollita per un ciccione.
Ci coglie un temporale tra Brescia e il lago di Garda e io mi vedo già risucchiato nel tornado. Non succede. Stavolta manca il girovago e siamo in anticipo sull’orario dei ristoranti, malgrado la latitudine imponga abitudini nordiche per la cena. Finiamo in un “canile”, carino all’aspetto ma pessimo e surgelato. Incrociamo gli sguardi con altri commensali giunti da Pisa senza proferire parola. Non serve, come nei film di Bruce Willis ci capiamo con un cenno e con un sospiro.
Ed eccoci. Siamo in bolla. Tutto perfetto. Buttiamo due punti facendo quindici tiri in porta e subendone tre. Non giochiamo male, anzi, a tratti bene. Inutile recriminare sul fatto che manchi anche quest’anno una punta affermata nella categoria. Il giovane Lind si è sciolto al sole mediterraneo, abituato a differenti temperature. Bene invece il centrocampista danese Hojholt, già soprannominato “Ohioi” in vernacolo pisano. Non convince angora Angori. A mio parere, per quel che conta, buona la tattica adottata da Inzaghi. Forse avrei cambiato 10 minuti prima, ma sono dettagli.
Usciamo dallo stadio e un minuto dopo siamo soli con la macchina nel nulla di questo non luogo, che rispetto per la proverbiale operosità ma non invidio agli abitanti. A mezzanotte e mezzo sono nel letto e scommetto che sarò più lesto a chiudere gli occhi che a finire questo pezzo. Ronf ronf. Bona Ugo, forza Pisa!
Francesco Fasulo
Foto: A.S. Cittadella (Facebook)