Il triplice fischio è coperto dal battito dell’Arena. Avrei osato dire ruggito ma è un battito. Il battito che ritorna regolare all’unisono, dopo una partita condotta senza patemi fino al tre a zero inspiegabilmente annullato al secondo eroe della serata, Tramoni. Il primo eroe è Marius Marin che con un sorriso splendente come la sua forma è ormai la bandiera di questo Pisa.
Siamo lì tra i primi. Le sponde del catino colme salutano Livorno come suole a queste latitudini dopo la papera del portiere avversario (Francesco Bardi) originario della città di Fattori, Picchi, Virzì, Nada, Ruffini e Bandecchi (in mio rigoroso ordine di stima).
Ho scelto l’anno sbagliato per voler diradare le mie trasferte. È ovvio che non potrò farlo per cui mi rimangio la parola data già da oggi. Stiamo scegliendo tra Salerno e Castellammare di Stabia ma andremo in entrambe le città, trascinati da quel ristorantino di pesce nella grotta o da quel caseificio che ti vende le mozzarelle di bufala ancora calde, anche le burrate puntualizzerà qualcuno per convincere i più recalcitranti. Tappe obbligate prima del momento sacro dei Pippoboys. Aereo di fretta o pulmino per godersi l’attesa e rendere tutto più epico?
Intanto scorre il triste spettacolo della serie A che tutti noi vediamo come una chimera ma che regala emozioni tenui ed edulcorate non paragonabili ai piccoli stadi di provincia e alla vita che li popola. Bona Ugo. Forza Pisa.
Foto: Gabriele Masotti