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“Appartenere” di Roberto Saviano al Teatro Romano di Fiesole

- Cultura
5 Settembre 2024

Proprio nei giorni in cui s’è appreso che “cosa nostra” è diventata socio minoritario della “’ndrangheta” – due organizzazioni criminali i cui rapporti sono sempre andati al di là di una mera alleanza, doppia affiliazione che ha sempre dato forza e prestigio a entrambe – al Teatro Romano di Fiesole è approdato Roberto Saviano col suo applauditissimo Appartenenza. Testo che aiuta a capire le regole criminali di queste due organizzazioni a partire dai metodi d’ingresso, rigorosissimi su tutti i piani individuali affinché gli affiliati non possano essere mai ricattati (fino ai matrimoni “tra famiglie”) e dalle quali si evincono le radici della filosofia esistenziale e “morale” di queste squadre di “uomini d’onore”: la solidarietà profonda, l’ auto opinione d’essere, alla fine, uomini “superiori” al resto della società, che non debbono avere paura di nessuno quando fanno il male e che sono legati da un sigillo di omertà che naturalmente coinvolge anche le donne (da cui il titolo del libro di Saviano Noi due ci apparteniamo).

La storia del libro: due regine del narcotraffico s’incontrano in un’asfittica prigione cilena, fra loro scoppia un amore. Uno spietato boss della camorra vaga per il mondo in cerca della giovane ragazza che gli ha spezzato il cuore. Matteo Messina Denaro spende gli ultimi scampoli della sua latitanza barcamenandosi fra i ricordi e fra i letti delle sue tante amanti. Un feroce killer della ‘ndrangheta fa coming out e va a convivere con la sua compagna, scatenando le ire del clan.

E se un criminale viene condannato, per esempio, a 25 anni di carcere, che sarà di sua moglie? Dovrà accontentarsi del “vice” designato dal marito. Saviano narra la storia di un caso di mancato rispetto di questa regola: una donna s’innamora di un uomo fuori dal giro e scappa con lui insieme ai figli. Ahimè, tutti i parenti sono contro di lei e la inducono a tornare a casa. Tornata a casa, però, vengono “ripresi” sotto la protezione del clan i figli ma lei, avendo tradito l’ “appartenenza”, viene espulsa e indotta, addirittura dalla madre, al suicidio.

Domanda: cos’è dunque il sesso per le organizzazioni mafiose? Opportunità di controllo, sopraffazione, strumento per creare nuove alleanze o per distruggerne di vecchie, stigma o vanto, esaltazione o vergogna? Con questo nuovo, accecante caleidoscopio di storie, facce, racconti inconfessati, Roberto Saviano disegna un quadro preciso, spesso romantico, talvolta atroce, della criminalità organizzata alle prese con la questione più spinosa e delicata che le si possa presentare: quella dei sentimenti e del sesso. Così dal palcoscenico Saviano accompagna gli spettatori attraverso un viaggio inedito nella vita intima del potere criminale.

Renzo Ricchi

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Un fiume unisce la Toscana e rappresenta il modo di vivere forte e intraprendente del suo popolo. L'Arno.it desidera raccontarlo con le sue storie, fatiche, sofferenze, gioie e speranze. Senza dimenticare i molti toscani che vivono lontani, o all'estero, ma hanno sempre nel cuore la loro meravigliosa terra.

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