Le Olimpiadi di Parigi del 2024 sono ormai un ricordo e noi de L’Arno.it abbiamo voluto intervistare una grande protagonista della competizione a cinque cerchi. Stiamo parlando della pallavolista azzurra Carlotta Cambi, nata a San Miniato ma cresciuta a Montopoli in Val d’Arno, in provincia di Pisa. Dal comune di residenza e dai suoi concittadini è stata calorosamente festeggiata, e un tributo le è stato giustamente rivolto anche all’Arena Garibaldi, insieme agli altri olimpionici pisani, prima della gara Pisa-Reggiana. Ventotto anni, fidanzata con il pallavolista pisano Marco Falaschi (Volley Padova), Carlotta attualmente gioca nel Pinerolo, in Serie A1. Dopo diversi anni con la maglia azzurra, nel 2024 ha messo al collo l’oro alla Volleyball Nations League di Bangkok e ai Giochi della XXXIII Olimpiade di Parigi.
Grazie, Carlotta, per aver accettato il nostro invito. Partiamo subito con le domande. Come si è avvicinata alla pallavolo?
“Ho iniziato all’età di quattro anni. I miei genitori giocavano entrambi a pallavolo ed anche mio fratello, che è più grande di me, quindi è una tradizione di famiglia. Poiché inizialmente io rimanevo sempre a casa ad aspettarli, un giorno chiesi a mia mamma di essere portata in palestra anch’io e da lì è iniziato tutto, nella società del mio paese, il Montopoli S. D.”
Avrebbe voluto fare altri sport da piccola?
“Ho praticato anche altri sport, sempre in contemporanea alla pallavolo: dall’atletica al karate. Ma ho svolto anche altre attività. Ad esempio per 6 anni ho suonato la batteria, ed altre cose, tutte più o meno nella mia zona”.
Ci può parlare allora del suo percorso pallavolistico?
“Mi sono trasferita da piccola, a 15 anni sono andata via di casa, chiamata dalla Volleyrò, società di Roma. Con questo grande salto la mia carriera è partita: lì ho finito le giovanili e dopo queste, quando avevo 19 anni, mi ha chiamato in prima squadra la Becheri Piacenza, in A2. Dopo sono approdata in A1, a Casalmaggiore, vicino a Cremona”.
In quale piazza ha avuto le maggiori soddisfazioni?
“È difficile nominarne solo una, perché ho vinto una Champions e uno scudetto ma ho disputato anche altre belle stagioni pur non vincendo alcun titolo. Ogni piazza è rimasta nel mio cuore, quindi, ripeto, farei fatica a indicarne solo una che mi sia rimasta più impressa, perché ogni luogo nel quale ho giocato mi ha lasciato qualcosa di bello”.
Quali studi ha fatto e se è riuscita a conciliarli con l’attività sportiva?
“Ho fatto il Liceo Scientifico, poi mi sono laureata in Scienze della formazione e dell’educazione, ed ora sto prendendo la seconda laurea in Pedagogia della marginalità e della disabilità. Ci vuole tanto sacrificio, ma si riesce a conciliare lo studio con la pratica sportiva”.
Lei è fidanzata con Marco Falaschi, pallavolista. Come vi siete conosciuti e quali progetti avete per il futuro?
“Lui frequentava la cerchia di amici di mio fratello, essendo più o meno suo coetaneo, così ci siamo incontrati e da lì è partito tutto. Riguardo ai progetti futuri che ci riguardano, dipenderà tanto dalle nostre decisioni e su cosa vogliamo fare della nostra carriera, perché per adesso il nostro modus operandi è quello di accettare le proposte che ci piacciono di più, senza pensare a quanto siamo distanti, poi magari in futuro cambierà questa priorità”.
È reduce dalla bellissima esperienza delle Olimpiadi di Parigi 2024: come la ha vissute e che emozione ha provato alla vittoria finale?
“È stata una avventura inaspettata anche perché io ero fuori dalla Nazionale da tantissimo tempo, ed il cambio di CT mi ha sicuramente aiutato riguardo alla convocazione. Detto questo è stata una esperienza bellissima, pur non avendo vissuto il villaggio olimpico, perché noi alloggiavamo fuori. Il clima olimpico è qualcosa di veramente bello e spettacolare. Ovviamente l’emozione per il successo finale è stata fortissima”.
Una curiosità: quando un atleta vince un oro olimpico, come è successo a lei, cos’altro puó sognare? Insomma, come si lavora sugli stimoli?
“A me piace lavorare su obiettivi nel breve tempo, quindi la cosa che mi sono prefissata adesso è iniziare il campionato con il Pinerolo, la squadra dove milito, nel migliore dei modi, per poi poter puntare a qualcosa di più, non penso alla prossima estate, non penso alla prossima convocazione, ma preferisco vedere l’obiettivo tangibile davanti a me, nell’immediato”.
Prima della gara fra Pisa e Reggiana, all’Arena, è stata premiata, insieme ad altri olimpionici pisani, tutti con la maglia del Pisa indosso. Cosa ha provato in quel momento?
“È stato molto bello trovarmi riunita insieme ad altri atleti della Provincia di Pisa, perché eravamo stati insieme a Parigi, anche per rivedersi e confrontarsi su come era andata per ognuno di noi l’Olimpiade, poi è stato altrettanto bello ricevere il calore del Pisa e della Curva Nord, anche per chi, come me, è abituata a giocare in palazzetti piccoli, con pubblico limitato, e questa è stata una grande emozione. Poi devo dire che allo stadio c’erano tanti miei amici e paesani, e poi abbiamo portato bene perché il Pisa ha vinto!”.
Dato che ci siamo, una domanda sul Pisa, di cui la sappiamo tifosa: come vede quest’anno la squadra guidata da mister Inzaghi? Secondo lei ci sono le premesse per arrivare a qualcosa di importante?
“Questo inizio di campionato ha dato una impressione positiva, una squadra aggressiva come piace ai tifosi pisani ed allo sportivo agonista in genere, spirito che vedo in questo Pisa e sono contenta di questo”.
Ci sono delle persone che vuole ringraziare dopo il suo exploit di Parigi?
“Sicuramente la mia famiglia, perché mi è sempre rimasta a fianco, sia quando non arrivava la convocazione in Nazionale, e sia nei momenti belli, come questo dell’Olimpiadi di Parigi. Proprio per questo motivo dedico tutto questo ai miei familiari”.
Maurizio Ficeli
Foto gentilmente concesse da Carlotta Cambi