Se a Tramontana si cantava, Mezzogiorno non era da meno anzi, a dire il vero proprio dalle parti di via San Martino è nato il genere “urlato”. Una nascita lontana, attorno ai primi anni del Mille, quando sul “palco” di quella zona cittadina si esibì in piena notte l’urlatrice Kinzica de’ Sismondi. Evidentemente le sue “melodie” in quella circostanza non furono gradite dai pirati saraceni capitanati da un certo Musetto
tant’è che si dettero a fuga precipitosa.
La stessa fuga che in questi ultimi anni (siamo ritornati al 1990, giorno più giorno meno) molti dei residenti hanno effettuato per evitare la rottura dei timpani questa volta da parte di “pirati urlatori” che fino a tarda notte, nella zona che comprende anche piazza Gambacorti, già Piazza la Pera, si “esercitano” a gran voce dando vita a quella che comunemente viene definita Movida! Ben altri “movimenti” invece si registrano nei pressi di piazza della Stazione, zona franca per una sorte di corte dei miracoli che non si riesce o non si può debellare pena l’esser definiti poco “accoglienti” con le bande dello spaccio.
E dire che un tempo, tra corso Italia, ma anche via San Martino, era un brulicare di attività commerciali. Come non ricordare la mitica mescita del “Cantini” dove ci si fermava per gustare l’allora poco conosciuto Lambrusco e magari gustare anche qualche piattino della tradizione preparato sul momento. Il mitico Chimenti, trasferitosi da Piazza della Berlina all’ingresso del Corso, il Ristorante con Giardino accanto al Cinema Astra, che come il Cinema Teatro Italia e l’Ariston, hanno chiuso i battenti da decenni. Proprio in Corso Italia, sul finire degli anni ’70 apri il primo negozio di borse e pelletterie made in Cina. Fu il “seme” per la nascita del quartiere cinese che si è espanso in viale Bonaini ma soprattutto in quella che un tempo era una strada signorile: Via Vespucci, epicentro di commerci più o meno leciti, contornati da kebab o da macellerie islamiche.
Per non parlare poi delle Gallerie Gramsci, dove nonostante le continue risse resistono coraggiosamente un paio di bar e un tabacchi. Un tempo vi sorgevano negozi e librerie, oggi fanno “bella mostra” una serie infinita di negozi che propongono il meglio del kitsch internazionale. La causa è la legge di mercato, voluta dall’Ue, si racconta agli ultimi pisani sopravvissuti. Ma la domanda sorge spontanea, avrebbe detto un noto conduttore di “Mi manda Rai tre”. Questi “esercenti” che magari fanno affari e pagano un sacco di soldi di affitti (ai bravi proprietari autoctoni) come fanno a campare?
Ai posteri l’ardua risposta, sicuramente non cantata. Avranno altri introiti più o meno invisibili? Sarà quel che sarà comunque sia, qui in Italia hanno trovato il Bengodi alla faccia degli italiani sommersi da tasse e balzelli. A questi ultimi, ancora in attività, tanto di cappello. A proposito, il quasi centenario cappellificio Fiaschi di Corso Italia, ha calato definitivamente la serranda!
Doady Giugliano
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La rubrica si chiama “Lo Scolmatore” perché, quando il troppo è troppo, è opportuno aprire le paratie dando libero sfogo all’acqua del fiume, per evitare che tracimi allagando tutto. Ogni riferimento al canale Scolmatore, che dall’Arno devia l’acqua in eccesso al mare, è voluto. Un libero sfogo ragionato da cui si possono trarre spunti di riflessione interessanti.
Foto di Giovanni Boncristiani ( Sei di Pisa se, Facebook)
Complimenti