Chi non ha conosciuto Gherardo Guidi agli albori della sua carriera di imprenditore dello spettacolo, non potrà mai comprendere quanto abbia meritato il successo che questo mondo di luci e, perché no, di invidie, gli abbia tributato. Pochi o nessuno dei suoi concittadini di allora avrebbero scommesso su di lui, quando tra i primi in Italia dette vita alla sua prima discoteca proprio nella terra dei conciari: “La Sirenetta” a Castelfranco di Sotto (Pisa), locale beat con i classici effetti luce a cubi con palla e lampada stroboscopica che tanto entusiasmava i giovani di allora che lo affollavano prevalentemente di pomeriggio.
Allora si usava così. Nel periodo estivo quando la “Sirenetta” chiudeva i battenti, dette vita anche ad uno spazio estivo sempre nel comprensori del Cuoio, che se non vado errato si chiamava “Acropoli” dove rigorosamente si suonava dal vivo. Già, perché il “batterista” Gherardo ha amato da sempre la musica, probabilmente il vero “motore” che lo ha portato ad essere quell’imprenditore ammirato non solo in Toscana.
Le successive “imprese” fiorentine e bolognesi, sono state di fatto propedeutiche alla conquista dei locali cult della Versilia: la Bussola e la Capannina di Franceschi. Se la prima, ovvero la Bussola non ha ottenuto il successo sperato, con la Capannina Gherardo è assurto, meritatamente, al vertice della notorietà, conquistando la stima di grandi artisti di ieri ed oggi ma soprattutto l’affetto e la riconoscenza di un pubblico giovane e meno giovane che in quel “tempio” della musica si sentiva sempre coccolato.
Di lui, oggi che ci ha lasciato, resta un grande vuoto, che difficilmente sarà colmato da persone del suo stampo. Potrei dire “soltanto” che è stato un innovatore ma anche un uomo, forte delle sue idee, perché radicato nelle tradizioni e nel rispetto per il prossimo. Valori quasi scomparsi soprattutto nell’effimero e spietato mondo dello spettacolo.
Doady Giugliano