Il Metropolitan Museum di New York e la National Gallery di Londra hanno organizzato una grande esposizione dedicata agli artisti senesi del Trecento. I protagonisti sono Duccio di Buoninsegna, Pietro e Ambrogio Lorenzetti, Simone Martini e altri maestri della pittura italiana del XIV secolo, le cui opere sono state raccolte alla mostra “Siena: the Rise of Painting: 1300-1350“, in programma a New York dal 13 ottobre al 26 gennaio 2025 e a Londra dall’8 marzo al 22 giugno 2025. In tutto si tratta di oltre cento opere fra sculture, pitture e oreficerie. Provengono dall’Arcidiocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa- Montalcino, dall’Opera della Metropolitana di Siena e da altri poli museali e siti culturali toscani, tra i quali la Pinacoteca Nazionale di Siena.
Prima che l’arte fiorentina esplodesse in tutto il suo splendore fu la scuola senese a innovare pittura e scultura, anticipando il futuro. Del resto Siena prima del Rinascimento fu un polo di attività artistica, economica, politica e religiosa di primaria importanza. Una sorta di New York dell’epoca.
Le opere prestate al museo della Grande Mela, che poi si sposteranno a Londra, sono state “accompagnate” dal sindaco di Siena, Nicoletta Fabi, e da quello di Arezzo Alessandro Ghinelli. Altri prestiti arrivano da altri luoghi del mondo.
L’orgoglio del sindaco di Siena
“Essere a New York a celebrare la ricchezza artistica di Siena suscita una certa emozione – dichiara la prima cittadina di Siena, Nicoletta Fabio –, questa è una testimonianza della percezione che nel mondo, soprattutto ad altissimo livello culturale, si ha della nostra città, della nostra pittura del Trecento e non solo. La Siena di quel periodo era una sorta di New York ante litteram, perché era una città all’avanguardia, che apriva poi la via all’arte del futuro. Penso quindi che quella del Met sia una collocazione naturale per queste opere, anche se molte di esse provengono da Siena e da altri musei internazionali. Vorrei portare mostre di tale livello e della stessa tipologia anche nella nostra città: sicuramente questa esposizione e quella in programma prossimamente a Londra sono un trampolino di lancio importantissimo. New York – prosegue Fabio – è una città in continua evoluzione, avanti rispetto al resto del mondo. Forse però, data la sua ‘giovane età’, come del resto tutta la nazione statunitense, sente la necessità di radici e di una base culturale. Il confronto con l’Italia, e in questo caso con Siena in particolare, probabilmente dà ai newyorkesi l’idea di qualcosa che non hanno potuto avere, ma del quale sanno fare tesoro. Istituzioni come il Met conoscono bene il valore della storia e delle radici, quelle che noi senesi abbiamo la possibilità di conoscere per esperienza diretta. L’apprezzamento per la nostra arte di un tempo dev’essere uno stimolo perché Siena si renda conto che può essere una città trainante anche nel presente”.
E quello del sindaco di Arezzo
“È una straordinaria” occasione per Arezzo, dice il primo cittadino Alessandro Ghinellio, che ha “accompagnato a New York la pala di Pietro Lorenzetti. È una grande emozione vedere qui rimontata qui la grande pala di Lorenzetti, detta anche la pala Tarlati, commissionata dal vescovo Tarlati a Pietro”. L’opera “racconta della nascita della pittura senese, italiana e dell’occidente, un’opera meravigliosa che poi transiterà alla National Gallery di Londra“. Ghinelli ha poi aggiunto che la sua città è più nota per l’oro e per la musica, con Guido d’Arezzo inventore della notazione musicale. Ma l’evento di New York (e poi di Londra) darà lustro alla città anche dal punto di vista artistico.