Poco più di 1800 abitanti, Londa è un comune della città metropolitana di Firenze che fa parte della Comunità montana Montagna Fiorentina. È balzato alle cronache per la clamorosa protesta del suo sindaco, Tommaso Cuoretti, che per dire no alla chiusura dell’unica filiale bancaria ancora presente ha occupato la sede. Queste le sue parole: “Le logiche del profitto finanziario ancora una volta depauperano di servizi i territori montani. Siamo persone, non numeri ed è inutile parlare di mantenimento aree interne, ripopolamento della montagna e prevenzione del dissesto idrogeologico se non vengono attuate politiche che mirino a mantenere i servizi essenziali in questi territori”.
“Ringrazio tutti i cittadini e consiglieri comunali, maggioranza e opposizione per schierarsi sempre, senza indugio, a difesa del paese per questo oggi ho deciso che in forma di protesta pacifica mi siederò tranquillamente, senza interrompere il servizio, sulle sedie di attesa della banca come un nomale cliente, cosa che sono, e al momento di chiusura mi rifiuterò di uscire”.
Sono cose che capitano, purtroppo. Le filiali delle banche chiudono come funghi, non solo a Londa ma anche in una città come Milano, per dire. Per questo la battaglia del sindaco sembra fuori luogo. Ma non vogliamo tirargli la croce addosso, comprendiamo il suo sforzo per cercare di richiamare l’attenzione su un territorio che, senza adeguate risposte, rischia di morire.
Sarebbe utile cominciare a parlare di questi problemi per capire, in modo realistico, cosa si può oggettivamente difendere e cosa no, cosa inevitabilmente dovrà cambiare e in che modo. Le battaglie contro i mulini a vento non servono a nulla, però pensare al futuro e cercare soluzioni non solo è utile ma è doveroso. Non lasciamo solo il sindaco Cuoretti. A lui, nonostante tutto, va il merito di aver richiamato l’attenzione sui problemi del suo comune, che come molti altri sta soffrendo, e non poco.
Foto: Tommaso Cuoretti (Facebook)
