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La settima arte a Pisa. Intervista al regista Roberto Merlino

- Interviste, Primo piano
11 Ottobre 2024

Se un alieno scendesse sul nostro pianeta e andasse in giro a chiedere agli umani che incontra (ci sta, ci sta, date retta!) quale sia il mezzo di comunicazione di massa migliore per rappresentare la vita e i sentimenti degli umani, sono certo che la risposta quasi unanime sarebbe questa: il cinema. Le emozioni che infatti la settima arte riesce a suscitare con le sue immagini sono uniche e non paragonabili a nessun’altra, pur apprezzabile, forma di espressione artistica.

Come affermava il grande regista Lars Von Trier, “il bello dei film è che sono sempre superiori alle parole”, e quindi ritengo sia importante dedicarci un po’ di tempo, come è successo anche in passato, dando spazio a un’associazione pisana che il cinema, soprattutto nel campo dei corti, lo mastica con profitto da un bel po’ di tempo: Corte Tripoli Cinematografica. Per questo siamo quindi andati a cercare il direttore artistico che, com’è mia abitudine, invito a presentarsi da solo.

“Mi chiamo Roberto Merlino, sono un medico in pensione e mi occupo di teatro e cinema da qualche decennio. Ho condotto 13 corsi di cinema come docente a contratto per la Facoltà di Lettere dell’Università di Pisa. Tuttora vengono studenti a fare tirocinio da me. Fin dalla sua fondazione sono direttore artistico di Corte Tripoli Cinematografica che fa parte della Federazione Nazionale (FEDIC) di cui sono stato anche presidente per tre anni”.



Come mai Corte Tripoli Cinematografica ha questo nome, quando nasce e quante persone la compongono?
“Il nome deriva dal fatto che è nata, ed ha tuttora sede legale, in quella che una volta si chiamava Corte Tripoli, a Pisa, corrispondente all’attuale via del Tondo. Si compone attualmente di cento soci”.

Dal punto di vista cinematografico lei che tipo di attività ha portato avanti in tutti questi anni?
“Ho fatto quasi esclusivamente cortometraggi, per lo più di tipo documentaristico. Mi sono impegnato anche nella didattica e, tra l’altro, dirigo fin dalla sua nascita (2003) lo Stage Nazionale FEDIC di Formazione ed Approfondimento, una full immersion di 5 giorni che si svolge una volta all’anno e richiama gente da tutta Italia”.

Quanti corti avete realizzato in tutti questi anni e quanti premi avete portato a casa nei festival cui avete partecipato?
“Dalla nostra nascita ad oggi abbiamo realizzato più di mille film, vincendo una marea di premi a livello nazionale ed internazionale (dall’Australia agli Usa, dal Giappone all’Europa)”.



Gli ultimi progetti realizzati dalla vostra associazione quali sono stati?
“Preferirei non rispondere con precisione perché i lavori realizzati ultimamente sono veramente tanti, basti pensare che andiamo avanti ad una media di 30 film l’anno: citandone alcuni farei torto ad altri! Mi piace sottolineare, invece, il grande spirito di collaborazione che vige nella nostra associazione e che porta ad uno scambio continuo di attori, maestranze, materiale tecnico. Tanto per fare un esempio, nell’ultimo mese l’abitazione di una nostra socia è diventata il set di due differenti film, diretti da due diversi registi, con due diversi cast!”

C’è un’idea precisa di cinema che lei porta avanti nella sua attività o no?
“No: va tutto bene, purché si lavori con impegno e professionalità. Abbiamo una nostra ‘Commissione Marchio’ che visiona, commenta e valuta i film dei nostri soci, decidendo quali siano autorizzati ad uscire in pubblico con il nostro logo”.

Quali sono i registi che l’hanno ispirata e che apprezza?
“Tutti e nessuno in particolare. Se proprio devo fare un nome… Hitchcock”.



Come vede il cinema italiano in questo momento storico?
“C’è un bel fermento, con punte di alta qualità. Anche se ritengo che siamo ancora lontani dallo splendore del nostro neorealismo”.

Lei è anche regista teatrale di un gruppo conosciuto a livello amatoriale in ambito non solo locale, ce ne può parlare?
“Dirigo l’Albero di Putignano fin dalla sua nascita, circa 35 anni fa. Facciamo teatro amatoriale con impegno e professionalità. Credo che 4/5 elementi potrebbero fare dell’ottimo professionismo se non fossero impegnati con la famiglia, il lavoro, e altro. Una nostra attrice, tra l’altro, ha vinto recentemente, a Orvieto, un concorso nazionale per monologhi femminili. Nell’arco degli anni abbiamo realizzato una ventina di spettacoli, talvolta di autori classici, altre volte scritti da noi stessi. Attualmente stiamo per riportare in scena uno spettacolo ambientato in un ufficio pubblico che si caratterizza per una parte filmata all’inizio e un’altra alla fine. Questa commistione di linguaggi non è certo una novità, ma vedo che fa sempre un’ottima presa sul pubblico”.

Che differenza c’è tra la regia e la recitazione cinematografica e quella teatrale?
C’è una grossa differenza, difficile da spiegare in poche righe. Basti pensare che nel teatro il regista è praticamente da solo, mentre nel cinema deve coordinare il lavoro di una miriade di persone. Il lavoro con gli attori, poi, è molto diverso, anche perché nel cinema puoi ‘rifare la scena’, in teatro no”.

Dove si possono vedere i vostri prodotti?
“Un decimo di quello che abbiamo realizzato si trova su You Tube cliccando ovviamente il nostro nome. Nostri corti vengono proiettati in occasione di serate a richiesta a Pisa e ovunque. A volte vengono proiettati nei cinema negli intervalli tra una proiezione e l’altra”.

Come riuscite a finanziare le vostre attività?
“Premetto che siamo tutti/e volontari/e e che nell’arco dei 26 anni di esistenza siamo riusciti a fornirci di tutto quella parte tecnica necessaria per le nostre finalità. Quando accade che facciamo qualcosa per qualcuno tutte le spese del caso vengono coperte dall’ente organizzatore”.

Tra le varie iniziative di formazione che organizzate ci sono pure corsi di recitazione cinematografica?
“Alcune ne abbiamo organizzate, ogni tanto, con discreta partecipazione”.

Se qualcuno volesse contattarvi per qualche motivo a chi dovrebbe rivolgersi?
“A me, all’email robertomerlino08@gmail.com o al numero telefonico 3287275895”.

Concludo con la mia classica domanda: l’arte salverà il mondo?
“Lo spero!”

L’incontro col regista Merlino fa riemergere la famosa espressione di A. Hichcock, per cui il cinema “rappresenta la vita a cui sono tagliate le parti noiose”. Viva il cinema allora, e auguri alla corte affinché continui nel suo virtuoso cammino al servizio della settima arte.

Guido Martinelli

           

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