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Il Pisa visto da Fasulo – Quella musichetta che mi ha dato la sveglia…

- Sport
20 Ottobre 2024

Come faccio a non scrivere della meraviglia che si prova a Bolzano nel piccolo e ordinato centro che forse alla lunga può annoiare ma che per un weekend tra amici è un gioiello raro di serenità, civiltà e spensieratezza.

Spatzle ai funghi e speck, costine di maiale, canederli con il gulasch inondati dalla birra leggera e profumatissima spillata con sistemi idraulici da alambicchi giganteschi. Non so se la birra è lì dentro ma mi piace pensarlo e volevo scrivere la parola alambicchi che, forse, non avrò mai più l’occasione di mettere in un articolo.

Giungo sul posto al venerdì, me la prendo comoda, per una volta si può. Dormo in un appartamento molto bello, minimale negli arredi, semplice e accurato. Mi sveglio in un sonno turbolento che punisce la mia golosità. Non devo mangiare i dolci non devo mangiare i dolci non devo mangiare i dolci… mantra da rispettare!

Alle 7 il mio compagno d’avventura comincia a ballare la sua “rumba toilette”, mi sveglia intonando sotto la doccia un “salutate la capolista” che mi fa innervosire e sorridere, pensando a quanto sia deficiente ed entusiasta.

Giro in una città che si sveglia presto. Osservo ammirato le bancarelle ordinate in modo maniacale; scopro che qualcuno al mondo vive vendendo una sorta di pane di segale secco e duro: schuttelbrot. Una bancarella monoprodotto. Premio il coraggio e spendo 12 euro per 4 pezzi.

Il resto della banda arriva alla spicciolata da Trento, da Pordenone e il grosso da Milano con una defezione che viene sottolineata nella nostra chat con pernacchie e sfottò per il malcapitato tifoso da divano. Riusciamo ad entrare allo stadio dopo controlli eccessivi che, come abbiamo avuto modo di appurare, non avvengono in tutti gli impianti. Come sempre siamo ineccepibili con biglietti e dotazioni.

La partita, in questo stadio bello ma inadeguato, non la vedo. Percepisco i gol che cerco di vedere, alla fine del match, sul telefono dell’amico ricco che ha Dazn.

Usciamo dallo stadio e sorrido ricordando che domani è domenica e non si va a scuola, mutuando l’indimenticato Pino. Ci ributtiamo sul serpentone di asfalto sotto un’incessante pioggia che ci accompagna da Trento a Milano con in testa la musichetta sentita appena sveglio… salutate la capolista! Bona Ugo.

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