Le cose non sono cambiate. L’ultima ondata di maltempo, con le onde impetuose sospinte da un vento particolarmente forte, mercoledì 20 novembre hanno causato forti disagi nel centro abitato di Marina di Pisa, tra piazza Viviani e piazza Balerari. L’acqua ancora una volta è arrivata in strada, ma con essa anche i sassi, o, come li chiamano in zona, i “sassini”. Niente a confonto di ciò che accadde fra novembre e dicembre 2023, ma la situazione comunque resta preoccupante per l’inverno che abbiamo davanti.
Già immaginiamo le polemiche: “non è stato fatto abbastanza”, “è colpa della Regione”, “no è colpa del Comune”, “è colpa del cambiamento climatico”, e chi più ne ha più ne metta.
Una cosa sembra acclarata: gli interventi effettuati sino ad ora sono insufficienti. Sarebbe giusto chiedersi cosa si può fare (in che modo) per risolvere davvero il problema, posto che sia possibile, e poi parlare di costi e tutto il resto. Se non ci procede in questo modo si fa il solito stucchevole teatrino che interessa solo ai politici di professione.
Il sindaco di Pisa, Michele Conti, dopo un sopralluogo sul posto ha scritto su Facebook: “La notte di allerta arancione è passata senza grosse criticità anche se, a causa del forte vento, l’acqua del mare è entrata sulla strada in alcuni punti del lungomare di Marina. Solo all’altezza di via Duodi i sassi hanno invaso la carreggiata, in corrispondenza della “cella 4” che deve essere ancora rinforzata. L’allerta non è finita perché nelle prossime ore sono previste ancora forti raffiche di vento intorno a 80-100 km/h. La protezione civile comunale continua a presidiare il territorio, i mezzi autospurgo lavorano sulle griglie che, in ogni caso, per adesso stanno ricevendo bene”.
Un’associazione ambiantalista, “La città ecologica“, ci ha inviato un comunicato che fece uscire lo scorso 12 settembre, quasi a voler sottolineare che le cose da allora non sono cambiate per nulla. Ve lo proponiamo. Allegato, in fondo, un grafico dell’ondametro molto interessante.
Siamo ancora in estate e già riemergono le preoccupazioni a Marina di Pisa, ricordando le mareggiate dell’autunno scorso quando il mare è uscito lungo tutto l’abitato, con punti critici alla diga foranea sud del porto e dighe collegate, alla solita cella 4 ove la “spiaggia in ghiaia” non è stata mai completata e a sud delle altre spiagge in ghiaia che invece hanno retto bene.
Rispetto ad allora l’unico intervento realizzato è stato il rafforzamento delle scogliere pubbliche a sud del Porto.
Nulla è stato fatto dal privato che gestisce il porto sulla diga foranea.
Nulla di significativo è stato fatto alla cella 4 nonostante lo studio commissionato dalla Regione Toscana al Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale (Laboratorio di Ingegneria Marittima) dell’Università di Firenze, sulle modifiche da apportare a tale cella per correggere errori realizzativi ed adeguarla alle condizioni più severe, sia stato consegnato da molto tempo.
A quanto risulta quello studio presenta diverse ipotesi di adeguamento, tutte comunque prevedono un sensibile allungamento verso mare della diga soffolta e un altrettanto significativo allungamento della “spiaggia in ghiaia” con forte incremento dei volumi di ghiaia stesi.
Anche questo doveva essere un intervento di “somma urgenza” sul quale dirottare tutte le risorse regionali. Invece la Regione ha speso la maggior parte dei soldi disponibili per le coste in interventi (inutili dal punto di vista dell’erosione) di ripascimento in sabbia di spiagge in concessione che hanno prodotto solo maggiori guadagni per i balneatori
Anche le celle in ghiaia a sud della 4, che hanno resistito bene alla tempesta autunnale, necessitano secondo quello studio di una manutenzione in particolare delle dighe soffolte e un ripascimento delle spiagge stesse per sostituire il materiale che si disperde e incrementarlo opportunamente. Anche qui nulla è stato fatto.
Questa inerzia rivela una sottovalutazione dei problemi ed appare ancora più preoccupante se si guarda al medio periodo ed agli effetti dei cambiamenti climatici. Se le emissioni di gas serra continueranno al ritmo attuale, nel 2100 il livello del mare sulla Terra potrebbe aumentare fino a un metro (con previsioni meno probabili ma possibili di 2,5m), con sempre maggiori mareggiate e fenomeni estremi. Questo è il futuro che bisogna affrontare, in primo luogo a livello governativo ma anche regionale e locale.
Occorre per fare ciò un piano generale di lotta all’erosione che abbracci almeno la costa da Livorno a Viareggio, affidato ad esperti di livello internazionale, che sappiano individuare metodi innovativi di adattamento e difesa, metodi che coniughino efficacia e salvaguardia del paesaggio, andando a ridisegnare l’interfaccia terra-mare. Occorre per questo in primo luogo istituire una “cabina di regia tecnico politica” sull’esempio del gruppo di lavoro istituito dalla giunta Floriani alla fine degli anni 90 che produsse il Progetto Preliminare per il riequilibrio della spiaggia di Marina di Pisa e del tratto Gombo – Fiume Morto punto di partenza della realizzazione di tutte le “spiagge in ghiaia”. Da allora il Comune di Pisa non ha più avuto una tale struttura e il modo balbettante in cui si muove ne è la palese conseguenza.
La Città Ecologica aps
Foto in alto: MIchele Conti, sindaco di Pisa (Facebook)