145 views 5 min 0 Commenti

Addio al toscanaccio Aldo Agroppi, allenò Pisa e Fiorentina

- Primo piano, Sport
2 Gennaio 2025

Si è spento a 80 anni Aldo Agroppi, grande protagonista del calcio anni Settanta, con la maglia del Torino e poi allenatore su tante panchine, tra cui il Pisa (che portò in Serie A nel 1981) e la Fiorentina. Avrebbe compiuto 81 anni ad aprile. Ë morto nella sua città natale, Piombino (Livorno), in ospedale.

Personaggio schietto, dotato di una simpatia naturale che esprimeva nei suoi interventi in tv (per anni è stato commentatore di calcio), poco tempo fa Agroppi aveva confessato di non seguire più il calcio, preferendogli le parole crociate: “Non lo guardo (il calcio, ndr). Mi fa schifo – raccontò in un’intervista al Foglio -. Secondo lei quelle che trasmettono sono partite di calcio? È pieno zeppo di stranieri. Leggi le formazioni e scopri che gli italiani sono al massimo due e non sono certo campioni. Si gioca male. Non ci sono grandi squadre. La Nazionale è in perenne sofferenza…”.

L’esordio con la maglia del Torino in un giorno tristissimo: 15 ottobre 1967. Poche ore prima della morte di Gigi Meroni, indimenticato eroe granata, a cui Aldo era legatissimo. “Prima di essere raggiunto da quella terribile notizia, avevo vissuto l’attimo fuggente della prima volta, i sacrifici ripagati, la gioia dei miei genitori quando erano venuti a sapere che avrei giocato, la partenza di una storia importante, come non avevo mai immaginato di poter vivere da protagonista”.

Amava sempre dire pane al pane e vino al vino, e per questa sua innata schiettezza aveva sofferto e pagato. Ma lui non aveva mai voluto cambiare e piegarsi al “così si deve fare”, restando sempre se stesso, coi suoi pregi e i suoi difetti. Nel suo libro, “Non so parlare sottovoce”, dimostrò di aver ben compreso il suo carattere, sia come pregi che come difetti: “La mia lingua è una belva che, una volta sciolta, è difficile mettere in gabbia”. E sulle battute andava fiero delle sue origini: “Per noi toscani la battuta piccante che tramortisce è un atto confidenziale, un attimo di spensieratezza, di felicità e di piacevole provocazione”. 

Eroe di un calcio romantico, come si suol dire, che non esiste più. “Quando ero ancora bambino – raccontò al Foglio – ogni spazio aperto era come una manna dal cielo. I campi erano rigorosamente sterrati e le porte inventate con i sassi o i vestiti, che, quando non servivano a questo specifico scopo, venivano stesi sui rami degli alberi. Le docce non c’erano neppure a casa e, sporchi e sudati com’eravamo, ci si lavava alla meno peggio con l’acqua che scorreva dal rubinetto. Era solo divertimento allo stato puro. Nessuno di noi pensava di poter arrivare in alto e forse neppure a delle docce vere”.

Soffrì molto per quello scudetto afumato nel 1976 (il Toro l’anno prima lo mandò via):  “Il mio passato, la maglia granata sfilata di dosso, senza garbo come se niente avessi fatto indossandola. …Un doloroso silenzio interiore… le lacrime di un pianto rabbioso, desiderato, voluto”. Cos’era per lui il Torino lo raccontò in un’intervista al Tirreno: “La mia vita, la mia fortuna, un periodo fantastico della mia esistenza che mi ha permesso di costruire il mio futuro”.

Aveva una bellissima collezione di dischi in vinile con il meglio degli anni ‘60. Il suo mito era Elvis Presley ma la canzone che amava più di tutti era di un italiano, Fred Buscaglione: “Guarda che luna”.

Nella sua esperienza da allenatore fu storica la promozione in Serie A con il Pisa di Romeo Anconetani nel 1981/82. Alla guida della Fiorentina arrivò quinto in Serie A nel 1985/86. Tornò sulla panchina viola dopo l’esonero di Gigi Radice nel 1992/93, ma a poche giornata dalla fine fu esonerato lui stesso. Si disse che il motivo era stato questo: non faceva giocare abbastanza Batistuta, che da lì a poco sarebbe diventato un super bomber. Probabile che il vero motivo fu un litigio di troppo con Mario e Vittorio Cecchi Gori, i patron dell’epoca dell squadra.

Foro: Pisa 1909 Football Museum (Facebook)
Aldo Agroppi nell’agosto 1981 durante la presentazione del Pisa davanti a moltissimi tifosi, prima di intraprendere un’impresa calcistica che riporterà i neroazzurri in massima serie.

Condividi la notizia:
Articoli pubblicati: 779

Giornalista.

Lascia un commento