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“Nell’anno del Giubileo ho due speranze: il Pisa in A e l’inizio dei lavori a San Francesco”

- Primo piano
4 Gennaio 2025

Dopo la vittoria a Genova con la Sampdoria, con il campionato cadetto fermo, abbiamo pensato di intervistare un sacerdote che ha una grande passione per il calcio. Stiamo parlando di Tomasz Rylko, da tutti conosciuto come padre Tommaso, polacco di Kwidzyn, nella regione della Pomerania, dov’è nato il 24 ottobre 1967. Frate francescano dell’ordine dei Minori conventuali, per 12 anni è stato a Pisa, dove ha svolto il suo ministero pastorale rivestendo anche il ruolo di parroco della chiesa di San Francesco, purtroppo ancora oggi chiusa. A padre Tommaso mi lega una grande amicizia personale, lui ha celebrato le esequie dei miei genitori proprio in quella chiesa, e in quella parrocchia ho prestato opera di volontariato alla mensa dei poveri. Padre Tommaso è un grande tifoso di calcio, in primis della squadra polacca della Wisla Krakow e poi del Pisa, che segue sui social media da Kwidzyn, città di circa 37.000 abitanti, in cui è nato e vive attualmente.

Grazie Tommaso per la tua disponibilità. Che ruolo stai svolgendo all’interno dell’ordine dei frati minori conventuali?

“Sono responsabile della comunità francescana della mia città, in una parrocchia di oltre 7600 persone. Qui c’è il gruppo dei bambini della prime comunioni, delle cresime, oltre a ben 6 comunità del cammino neocatecumenale”. 

Che differenza hai trovato fra l’esperienza pisana a San Francesco e quella che stai vivendo adesso? 

“Sai, qui in Polonia ormai stiamo lottando perche ci sono pochi ragazzi, pochi bambini. Diciamo che il periodo post Covid ha distrutto un po’ tutta la pastorale giovanile. Purtroppo, attualmente, non c’è molta disponibilità di vocazioni di frati giovani per seguire certi gruppi e noi che ci siamo già stiamo un po’ invecchiando. Se non hai frati giovani è difficile mandare avanti la pastorale giovanile. Da quel che so è una situazione che non è facile anche in Italia, quindi le differenze sono minime “. 

La chiesa di San Francesco a Pisa è sempre chiusa: che informazioni hai su eventuali lavori di restauro?

“Ogni tanto qualcuno dei parrocchiani mi informa su come è la situazione della Chiesa di San Francesco, inoltre leggo anche se ci sono novità che vengono pubblicate su Facebook. So che si parla  di appaltare le gare per dare inizio  ai lavori di restauro, però per adesso non vi è niente di concreto, purtroppo”. 

Hai vissuto a Pisa per molti anni, hai un po’ di nostalgia di questa esperienza?

“Lo dico sempre anche ai miei parrocchiani in Polonia: a Pisa ho fatto il tipico lavoro pastorale, eravamo tutti coinvolti attorno alle attività della parrocchia. Mentre qui in Polonia molto spesso ciò che facciamo serve per pagare tutte le spese che abbiamo e andare avanti. Secondo me si parla troppo dei soldi e poco del lavoro pastorale. In Italia c’è il sostentamento del clero che in Polonia non esiste e viviamo solo delle offerte che ci lasciano i fedeli, peraltro generosi, devo dire… In Italia invece, pagate le spese di manutenzione ordinaria, ci rimaneva sempre qualcosa a livello di cassa. In San Francesco lavoravamo con delle persone che sentivamo come una famiglia. Quando uscivo dalla parrocchia per andare a fare delle commissioni, venivo sempre fermato da diverse persone. Tanto calore in una parrocchia con un territorio di sole 700 persone ma frequentata da fedeli provenienti anche da altre zone della città e dintorni che con noi si sentivano bene. Quella di Pisa è stata un’esperienza davvero unica”. 

Sei un grande tifoso di calcio e nella tua permanenza a Pisa hai simpatizzato per la squadra nerazzurra. Ti sei informato attualmente delle gesta del Pisa in questo campionato?

“Sentendomi cittadino pisano, oltre che tifoso di calcio, nel 2019, quando sentii che il Pisa aveva conquistato la promozione in serie B nella finale playoff di Trieste, fu una cosa che mi riempì il cuore di un piacere immenso, anche se non vissi questo successo da vicino perché ero già tornato in Polonia. Però, ripeto, sentendomi pisano, è normale che tifi Pisa e spero di avere la gioia di vedere la squadra in serie A”. 

Quando eri a Pisa hai avuto modo di vedere Gattuso. Cosa ricordi di quell’incontro?

“Ebbi modo di vedere Gattuso nei pressi di piazza dei Miracoli, quando stavo andando in Arcivescovado, anche se non ho avuto modo di fermarlo, però l’ho sempre ammirato, come campione del mondo con la Nazionale, giocatore di squadre importanti e per la grinta che metteva in campo. Un combattente, anche se ciò, a volte, gli faceva prendere il cartellino giallo”.

Un giorno quando ero a Salerno mi mandasti un messaggio per chiedermi se Salernitana-Pisa si sarebbe giocata a causa di problemi al Var che si verificarono. Come vivesti quel momento?

“Premetto che sul cellulare ho un’app con cui seguo le partite dei nerazzurri, che mi informa su quando gioca la mia squadra e il risultato. Quella volta vidi che la partita a Salerno non iniziava e proprio per questo ti contattai per chiederti i motivi”.

Ci sono alcuni giocatori nerazzurri che ti hanno impressionato quest’anno?

“Mi piace Caracciolo, difensore esperto, poi direi Moreo, e gli attaccanti Lind e Tramoni. Seguo comunque la squadra nel suo complesso, al di là dei singoli”. 

Sulla gara che il Pisa ha vinto a Genova con la Sampdoria, cosa mi puoi dire?

“Il fatto di avere vinto in uno stadio come quello di Genova, con una squadra che alcuni anni fa faceva la serie A, è stata una cosa bellissima”. 

La Wisla Krakow, altra squadra di cui ti sappiamo tifoso, dove può arrivare?

“Adesso milita nella serie B polacca, non è nelle prime posizioni ma ha molte possibilità di giocarsi la promozione in massima serie con i playoff. Ci sono le stesse regole della Serie B italiana”. 

Per concludere, cosa ti senti di dire ai tuoi ex parrocchiani ed ai tifosi nerazzurri?

“Siamo nell’anno giubilare, anno di speranza, e questa speranza è soprattutto per due cose. La prima: il Pisa viene promosso in Serie A. La seconda: che finalmente inizino i lavori di restauro per la chiesa di San Francesco, e fra 3 e 4 anni spero di poter essere presente alla sua riapertura”.

Maurizio Ficeli 

Padre Tomasz con Maurizio Ficeli

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