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“Caserma carabinieri nel Parco, serve un progetto sostenibile e condiviso”

- Politica, Primo piano
16 Gennaio 2025

Prosegue il dibattito sul progetto per la realizzazione di un’importante base militare nell’area pisana, con evidenti ripercussioni sotto il profilo ambientale, ma non solo. Contrariamente ad altre forze politiche di sinistra il PSI si dice “favorevole alla razionalizzazione delle sedi militari nell’area pisana, e in particolare di quelle dell’Arma dei Carabinieri, per la strategica politica della sicurezza nazionale e locale e per il beneficio economico nel PIL della città di Pisa e della sua area Pontedera-Cascina-Vecchiano-San Giuliano Calci, ma ritiene che avere localizzato un intervento di dimensioni inusitate nella base del CISAM, nel territorio del Parco, sia un errore da parte del Ministero della Difesa, perché in contrasto con la istituzione Parco e con il suo delicato equilibrio ambientale”. Ne abbiamo parlato con il segretario provinciale Carlo Sorrente e l’architetto Riccardo Ciuti.

Per quale motivo il vostro partito dice no a quell’area?
“Perché una scelta di questo tipo, che pare motivata principalmente dalla demanialità delle aree, indebolirebbe fortemente la credibilità del Parco a suo tempo faticosamente costituito, di cui al contrario andrebbero maggiormente sviluppate le potenzialità ambientali ed economiche. Il tema della localizzazione della nuova base militare a disposizione dei Carabinieri del GIS e del Tuscania costituisce una sfida emblematica della capacità di governo delle istituzioni, sia nazionali che locali, per la diversità delle questioni che solleva”.

Ci potete spiegare meglio?
“Da un punto di vista generale, non si può che prendere atto delle esigenze espresse dal Governo, che corrispondono alla necessità di ammodernare le strutture della Difesa, dirette sia a contrastare possibili offese provenienti dall’esterno, che, soprattutto, situazioni di crisi interne. Il tema della difesa e della sicurezza di uno stato democratico, come il nostro, dovrebbe essere compreso e fatto proprio da tutti i cittadini, specialmente in una fase storica nella quale gli equilibri su cui si è retta la pace mondiale per molti decenni, vengono rimessi in discussione. Questione diversa è quella della sostenibilità di un nuovo insediamento militare nel territorio pisano, che già vede: un aeroporto militare, adiacente a uno civile, una enorme base logistica della NATO, Camp Darby), in area Parco, e, per converso, alcune caserme storiche dismesse o in via di dismissione in città. Partendo da questi dati, la posizione espressa dai Socialisti pisani quando è pervenuta la proposta di una nuova base in un’area militare dismessa e sostanzialmente vuota in Coltano, in area Parco, è stata quella di controproporre un’articolazione dell’intervento tale da impattare il meno possibile nel territorio – in particolare di quello del Parco e riutilizzare le due caserme principali presenti in città: la Gamerra di via di Gello e la Bechi Luserna della via Aurelia Nord”.

Cosa non vi convince della scelta del Governo?
“Non aver preso in considerazione alcuna ipotesi di disarticolazione dell’intervento, con la sola eccezione del poligono di tiro e addestramento, che ora viene indicato a Pontedera, in area già  destinata ad autodromo, e dal 2023 ha previsto di inserire nell’area del CISAM, di San Piero interna al Parco Regionale, le sedi del Gruppo di Intervento Speciale, G.I.S. e del 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania” con relativo corredo di servizi e di abitazioni. Si tratta di un’area prevalentemente boscata, ove sono presenti sporadiche strutture come il vecchio reattore nucleare di ricerca, da tempo spento ma non smantellato e altre a disposizione della Marina Militare. Nella base del CISAM oltre alla suddetta centrale nucleare, è presente un’area di stoccaggio all’aperto di rifiuti civili caratterizzati da inquinamento radioattivo”.

Qualcuno dice che l’impatto ambientale sarebbe minimo…
“Il territorio che verrebbe attribuito alle nuove funzioni è di circa 60 ettari su un totale di 485 ettari di superficie nella disponibilità del CISAM, in massima parte boscata. In particolare l’azzonamento indicato nel decreto – al limite orientale dell’area CISAM – va a interessare in massima parte proprio aree attualmente boscate e poco edificate e quindi porta con se il fatto che gran parte degli interventi richiesti saranno di nuova edificazione, che andrà a sommarsi a buona parte dell’edificato preesistente di cui non si prevede la demolizione. Inoltre si rileva che tale azzonamento non è coerente con l’inquadramento urbanistico fatto dal nuovo Piano Integrato del Parco, nella forma resa nota, ma non ancora approvata dalla Regione. Dunque c’è qualche elemento di confusione da chiarire”.

L’impatto ambientale non viene considerato?
“La nuova scelta è indubbiamente peggiorativa rispetto alla precedente, in quanto va ad investire un territorio più pregiato dal punto di vista ambientale, come testimoniato dall’essere anche incluso nel Sito di Interesse Comunitario Selva Pisana. Il Decreto non affronta il tema dell’impatto ambientale dell’intervento, se non facendo un generico riferimento al recupero dei fabbricati esistenti, che come abbiamo detto non corrisponde alle scelte localizzative fatte. Inoltre indica una serie di opere “compensative” che appaiono, curiosamente, più congrue con il precedente progetto di insediamento in Coltano come la rifunzionalizzazione della Villa Medicea, il recupero della Stazione Radio Marconi, delle Stalle del Buontalenti, tutte in Coltano cui si aggiunge un non meglio precisato recupero del Borgo “ex Bigattiera”, oltre alla inevitabile bonifica dell’ex reattore nucleare”.

In buona sostanza, cosa chiedete?
“Esprimiamo la nostra opposizione a questo strampalato progetto, in quanto privo delle necessarie garanzie di sostenibilità richieste dalla localizzazione nell’area più pregiata del Parco, auspicando che siano forniti in tempi rapidi i dati relativi ai carichi insediativi e alle modalità di intervento previste. Auspichiamo, in ogni caso, che sia individuata, come misura compensativa dell’intervento, nell’attuale comprensorio CISAM, un’area da rendere pubblica e fruibile, come elemento di promozione del Parco, nel territorio a sud dell’Arno, di superficie tale da poter costituire un’offerta di turismo naturalistico integrativa di quello balneare oggi minacciato dall’erosione del litorale sabbioso aggravata dai cambiamenti climatici e domani dagli effetti certamente molto importanti della realizzazione della Darsena Europa al confine sud del territorio del Parco che segnerà la fine della vocazione turistico balneare del litorale pisano, almeno fino ad ora auspicata, tra il canale Scolmatore e il fiume Arno”.

Foto: Impianto ex Cisam

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