593 views 6 min 0 Commenti

Viareggio, una magia che stupisce ogni anno di più

- Primo piano
27 Febbraio 2025

Mancano soltanto due sfilate, o meglio due corsi mascherati – quello previsto per domenica 2 marzo e quello in calendario martedì 4 marzo per decretare le maschere e i carri vincitori (ben 29 opere allegoriche) dell’edizione 2025 del Carnevale di Viareggio. Un mese di spettacolo e di divertimento, con parate, grandi eventi, feste, veglioni, concerti, mostre d’arte che ogni anno attirano centinaia di migliaia di visitatori da tutto il mondo.

“Tengo a specificare che il Carnevale di Viareggio – nato nel 1873 – non è qualcosa che dura soltanto per un mese l’anno: grazie alla Cittadella del Carnevale e al museo del carnevale aperti e visitabili tutto l’anno, ci si può aggiornare su ciò che è stato fatto in passato, su ciò che accade nel presente e anche su quello che si sta progettando per il futuro”, afferma Luca Ramacciotti (regista, direttore di palco, fotografo, direttore di Ikebana e attivamente coinvolto nell’organizzazione del Carnevale di Viareggio) specificando quanto l’evento sia importante anche a livello microeconomico, macroeconomico e turistico per la città e per la Versilia in generale.

Il Carnevale di Viareggio è oggi una grande festa di condivisione in cui centinaia di migliaia di persone da tutto il mondo si lasciano incantare dai giganti di cartapesta che, con suggestioni, emozioni e creatività, raccontano il mondo di oggi con i linguaggi della satira e della metafora propri del rovesciamento tipico del Carnevale. Per la sua edizione 2025 il Carnevale si è fatto e si fa portavoce di un messaggio universale: la pace. Intesa non solo come l’assenza di conflitti, ma anche come la costruzione di un’atmosfera di gioia, cooperazione e armonia collettiva; come condizione che va vissuta e celebrata. Realizzati come straordinarie macchine teatrali viaggianti, i carri allegorici di Viareggio sono famosi per l’ingegno e l’incredibile sapienza tecnica e costruttiva degli artisti che danno vita alle colossali figure che sovrastano il pubblico, emozionandolo. Ad animare ogni costruzione partecipano fino a duecento figuranti che, con costumi appositamente realizzati e con coreografie preparate su mirate colonne sonore, contribuiscono alla narrazione del tema scelto dall’artista, coinvolgendo il pubblico del Lungomare.

Numerosi i temi e i personaggi scelti dagli artisti per le loro opere allegoriche; tra questi I Beatles, la regina della tv Maria De Filippi, l’imprenditore Bill Gates, l’attore e regista Francesco Nuti, la premier Giorgia Meloni con i politici italiani del momento e i grandi leader del mondo. I maestri hanno tratto ispirazione anche dal mondo della letteratura internazionale.

Sulle opere possiamo osservare personaggi e atmosfere de “Il Signore degli Anelli” di J.R.R. Tolkien, il Frankenstein di Mary Shelley, il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry, il bianconiglio da “Alice nel Paese delle Meraviglie” di Lewis Carroll ed i protagonisti de “Il castello errante di Howl” scritto Diana Wynne Jone, le riflessioni sulla felicità dello scrittore Nathaniel Hawthorne. Un mondo in cui siamo in perenne rincorsa, come tanti bianconigli, ricorda Matteo Raciti, perdendo di vista ciò che davvero ci rende felici. Una via di uscita la suggerisce Luigi Bonetti per il quale la felicità sta nel ritrovare un rapporto più sincero e vero con la natura, la quale si ribella contro l’incuria dell’uomo, come avvertono Luciano Tomei e Antonino Croci.

Anche i media, tradizionali e nuovi, sono al centro delle allegorie degli artisti. Luca Bertozzi ci racconta il mondo della televisione, attraverso uno dei personaggi più amati dal pubblico: Maria De Filippi, che non ha solo rivoluzionato il linguaggio del piccolo schermo, ma ha portato alla ribalta tante star che oggi spopolano. Priscilla Borri invece rende omaggio ad uno degli attori e registi più celebri del cinema italiano: Francesco Nuti. Dei nuovi media, invece, si evidenziano le contraddizioni ed i rischi dei social.

Umberto, Stefano, Michele e Jacopo Cinquini mettono sotto i riflettori vanità e smania di apparire, attraverso filtri e algoritmi; Massimo e Alessandro Breschi invece la paradossale solitudine che si nasconde dietro una società iperconnessa. L’immaginaria elezione di una papessa, inesistente quanto provocatoria, è per Carlo e Lorenzo Lombardi l’occasione di una riflessione sul ruolo delle donne nella Chiesa di Roma.

Sulle allegorie del Carnevale di Viareggio 2025 non manca la satira politica che Alessandro Avanzini utilizza per raccontare la principale sfida per la Costituzione italiana: il premierato a vocazione populista di Giorgia Meloni. Ma davanti ad una società in cui si ha sempre più paura del diverso, come sottolinea Jacopo Allegrucci, che cita il Frankenstein di Mary Shelley, e in cui la guerra, raccontata da Fabrizio e Valentina Galli attraverso i personaggi de “Il Signore degli anelli” ed il coraggio salvifico dei bambini, forse la soluzione potrebbe essere l’irriverente, impertinente, potente e colorata tempesta che immaginano Lebigre & Roger. Oppure farci trascinare dall’entusiasmo della “nuova generazione” che ci illustra Roberto Vannucci.

Michele Vanossi

Condividi la notizia:
Lascia un commento