“Perché parti alle 10?”, rimbrotta la signora pisana di Milano. Lo sa benissimo ma vuole la mia risposta per canzonare la mia voglia di gitante e riderne insieme. “We are Walking on a Dream!”, recito teatralmente. Stiamo camminando su un sogno noi del POPOLONE.
Mai come oggi lo sento in questa stagione. In settimana mi rendo conto che il Luna Park dei miracoli sarà sold out. Frigge. Richieste di biglietti arrivano da ogni parte del mondo (boom). Mentre stampo per tutti, nel panico per la paura di non farcela, mi appare sul terminale una scritta sconosciuta: no usb found. 10 minuti di imprecazioni dopo vedo lo spinotto staccato nel luogo piu inaccessibile e remoto. Rimedio pensando al chiodo di Salvini e stampo tutto.
I ritardatari non si danno pace e si accomodano in tribuna. Tutti i biglietti finiti in 90 minuti. Scrivo prima della partita da un ristorante invaso da entusiasti ubriachi di Pisa. Cappelleti in brodo di cappone degni di nota. Il resto tralasciabile.
Il pareggio della squadra dell’Omone (Spezia) ci regala la spensieratezza e smorza la paura di essere raggiunti. La città del Tricolore svegliata dal suo torpore di quasi fine inverno dai cori per lo squadrone nerazzurro. Anche se il coro piu gettonato associa il colore cardinalizio allo sterco, ma questa partita la giocheremo piu avanti.
Il lambrusco alimenta un degenero controllato. Può sembrare strano ma chi era in qualsiasi ristorante di Reggio sabato a mezzogiorno capirà cosa intendo. Quello che è eccesso in un ristorante ma non sconfina nella maleducazione.
Sospiro di sollievo perche’ siamo entrati tutti senza problemi nello stadio che è bellissimo. Questi sono forti e ci bullizzano per mezz’oretta. Il ragazzo calabrese con il dieci neroverde è odioso ma fenomenale .
Tramoni ieri ci mostra perche non gioca nel Liverpool o nel Bayern Monaco. Discontinuo e leggerino, stavolta non ne azzecca una. Ma non importa Matt, ti rifarai domenica prossima.
Nutellone vikingo non concretizza un’azione alla rombo di tuono (Gigi Riva per i giovani): quella sua traversa, anch’essa associata allo sterco, ci nega un pareggio che avrebbe premiato la voglia più che la prestazione, che al cospetto di una squadra eccezionale conforta per il prosieguo.
Sono molto orgoglioso di appartenere ad una tifoseria matura quando è necessario. Sui social si sfoghino gli sfigati. Il momento pazzesco è stato dopo il novantesimo quando tutti abbiamo esortato la squadra a credere nel sogno con forza: dopo una sconfitta non banale per il concetto malato dello sport odierno. Chi perde si ama più di prima se ha dato tutto.
Questo mi hanno insegnato quando il mondo non era di “terre rare“. Bona Ugo!
Francesco Fasulo
