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Leggere per sopportare la fame

- Cultura, Primo piano
21 Marzo 2025

Renato Sacchelli

“Da ragazzo ho letto molti libri che mi facevano sopportare la fame”. Questa mia frase è stata riportata sulla pista ciclopedonale del Cinquale, nel Comune di Montignoso, dedicata alla famigerata Linea Gotica, che durante la Seconda Guerra mondiale attraversò anche la Toscana e in particolar modo la Versilia, la mia terra, al confine con la provincia di Massa Carrara. Lungo questa linea, che dal Tirreno arrivava fino all’Adriatico, i tedeschi cercarono di fermare l’avanzata delle truppe Alleate in marcia verso il Nord Italia.

Quando la scrissi ripensavo al tempo in cui, sui monti di Seravezza, fummo costretti a vivere in condizioni di assoluta miseria proprio a causa della guerra. La nostra casa fu fatta saltare in aria dai tedeschi, come tante altre abitazioni: gli antichi paesi di Ripa e Corvaia furono completamente rasi al suolo.

Fu grande la fame sofferta dalla popolazione della Versilia, soprattutto durante il periodo dello sfollamento, quando ci fu ordinato dai tedeschi di rifugiarci, a piedi, a Sala Baganza (Parma), distante più di 130 km; spostamento per la mia famiglia impossibile in quanto con noi vivevano la nonna, anziana e zoppicante, e mia sorella di soli due anni. Per procurarmi qualcosa da mangiare ogni giorno andavo in giro alla ricerca di frutti caduti dagli alberi, pannocchie di granturco non ancora mature (e per questo ancora sulle piante) e castagne, nel periodo in cui cadevano. Ogni prodotto commestibile era un vero e proprio “sogno”.

Siccome spesso c’era poco o nulla da poter mettere sotto i denti, un modo per “distrarre la mente” dalla sofferenza dovuta alla fame era la lettura. Cosa leggevo? Libri appartenuti a mio nonno Raffaello, morto prima che io nascessi. Si trattava perlopiù di romanzi, alcuni molto famosi, e libri di storia e l’architettura della Toscana. Ne ricordo ancora uno che parlava di come fosse stata costruita la città di Firenze. Purtroppo tutti questi volumi finirono sotto le macerie, quando furono distrutte le case.

Quando nel gennaio di quest’anno (2025) mi hanno mostrato una foto in cui si vedeva il mio nome scritto sotto a quella frase (“da ragazzo ho letto molti libri…”) mi sono subito commosso, ripensando a quei tristi momenti della guerra ancora vivi nella mia memoria. Sincera gratitudine ho provato nei confronti dell’amministrazione comunale di Montignoso e di chi ha lavorato per la realizzazione della pista ciclopedonale dedicata alla memoria storica locale, che raccoglie preziose testimonianze. È un’impronta della vita del passato che l’uomo di oggi ha voluto far risaltare a futura memoria, per non dimenticare ciò che avvenne nella nostra terra.

Perché oggi è importante ricordare questi eventi drammatici del nostro passato? La risposta è apparentemente molto semplice: affinché certi orrori non si ripetano più. Non lo dimentichiamo mai.

Renato Sacchelli

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Un fiume unisce la Toscana e rappresenta il modo di vivere forte e intraprendente del suo popolo. L'Arno.it desidera raccontarlo con le sue storie, fatiche, sofferenze, gioie e speranze. Senza dimenticare i molti toscani che vivono lontani, o all'estero, ma hanno sempre nel cuore la loro meravigliosa terra.

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